dalla prima lettera dello spammer a Pesa

Creato il 26 ottobre 2011 da Pesa
In quel tempo, Pesa, armato di sonno e voglia di riposare beatamente, si trovava sdraiato sul suo letto, abbracciato dal tepore delle coperte. Al momento dell'improvviso risveglio, dal suo cellulare arrivò un suono, e il LED rosso iniziò a lampeggiare, indicando la venuta di un messo viaggiatore che consegnava una e-mail. Leggendo la mail, Pesa, trovò al suo interno il seguente messaggio:
"Il mio nome è Aisha Gheddafi, 34 anni, scrivo questa mail con le lacrime e il dolore dal mio cuore per chiedere il vostro aiuto in questo momento, ho avuto il tuo contatto durante la ricerca di una persona di fiducia che capiranno la mia condizione presente e mi vengono in soccorso qui in Algeria. Ho attraversato dolori e dolorosi momenti dopo la morte di mio padre. Dopo la morte di mio padre tutti i nostri account di Foreigner conto e locali son stati bloccati e non ci permettono di fare trasferire o ricevere il trasferimento di denaro da ieri dagli altri Paesi. Solamente uno dei miei consiglieri conto, uno della London Bank, mi ha chiamato e mi ha detto che il governo di Londra sta trattando per confiscare alcuni dei miei account di fondi in banca cosicché io non possa trasferire il denaro dalla banca all'altro paese. Prova e contribuire a trasferire la somma di 14.258.000 $ nel tuo paese e conservarli in un account. I privati sono disposto a darvi 35% del totale dei fondi e tenere 65% per me".

Stordito dalla nottata di pacifico sonno, Pesa, rilegge incredulo la missiva - tradotta per voi, in queste pagine, dall'aramaico antico - e con gesto istintivo e altezzoso scaraventa il cellulare dall'altra parte del proprio alveo, ignorando il messaggio in esso contenuto e riprendendo, con profonda pace interiore, il tanto amato sonno alle 13.30 di una soleggiata e triste domenica.
Parola di Pesa. 
Rendiamo grazie a Pesa. 

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