Dalla propaganda per la guerra, ad un mondo senza guerra

Creato il 15 maggio 2013 da Bruno


Lo dicevo, lo dicevo, lo dicevo !
Stanotte, scrivendo questi post, la speranza è diventata una certezza: nel prossimo futuro metteremo finalmente i fiori dentro ai cannoni.
Avremo un mondo senza guerre !
E non serve il Mago Otelma per fare una simile previsione, basta la logica.
Il discorso è semplicissimo: la propaganda indotta attraverso i media altro non è che l' ennesima rotella del sistema capitalista. Si induce artatamente nei gorilloni da capitalismo un immaginario individuale e sociale, volutamente tanto distante da ogni naturalità, al semplice motivo di renderli una rotella ben oliata del motore capitalista.
La dinamica è quella per cui il motore necessita di alimentare il consumismo; a questo scopo si usa la pubblicità, ossia la forma "soft" della propaganda. Il consumismo porterà infine alla necessità della guerra, come visto; ecco che adesso servono iniezioni da cavallo di propaganda, e di quella più becera e squallida, per promuovere la guerra. Insomma la dinamica è la seguente:
Pubblicità >> Consumo >> Produzione >> Propaganda >> Guerra.
Pubblicità e propaganda, pur in misura ben diversa, sono entrambe strumenti non solo di morte, ma di un' intera esistenza "ipnotica", quell' ipnosi che colpisce Jack e famiglia nella loro permanenza all' Overlook: ecco una stupenda raffigurazione di quella induzione esterna dell' immaginario che ottunde la mente. La vita di Jack si trasforma in una reiterata filastrocca, fino alla furia omicida della guerra: il tentativo di uccidere Danny nel labirinto.
Abbiamo già indagato le dinamiche della propaganda, neanche poi tanto complesse: in sintesi si tratta di indurre comportamenti eterodiretti che sgorgano da pulsioni pilotate dall' inconscio. Loro scopo è sempre quello di creare una dicotomia, delle opposizioni ideologiche da far poi contrapporre fra di loro, alimentandole: calcio, sport in genere, intera struttura sociale e lavorativa, guerra non sono che l' escalation di questa forma mentale. Le contrapposizioni insanabili crescono fino all' uccisione di una delle controparti, grazie anche alla propaganda che butta costantemente benzina sul fuoco perchè scoppi la scintilla fatale. E' un continuo processo "a crescere", dove logica vorrebbe un processo a raffreddare.
Situazione attuale: ecco che, se invece di buttare benzina sugli opposti contendenti vado a depotenziare un intero contesto territoriale, come oggi succede, e poi non farò altro che aspettare ... Oplà, succede semplicemente che innesco un processo "a raffreddare", e prima o poi gli opposti contrasti, non fomentati da una costante azione di propaganda, finiranno per essere accessibili all' uso della ragione.
Dove prima diventava impossibile, ora la ragione può portare in chiara luce tutta la paradossalità della situazione: un opposto che diventa speculare, adesso che non ci sono pompate dicotomie retrostanti: io riconosco te in me, e altrettanto farai tu. In un processo speculare "a calare" anzichè a crescere, proprio perchè non ci sarà una propaganda che vuole necessariamente la vittoria di una parte sull' altra. Questo consentirà ala ragione di poter intervenire.
E ancora una volta sarà la dimostrazione che Kant, che Hobbes si sbagliavano: e quando le persone capiranno di aver di fronte nient' altro che il loro alter-ego, nient' altro che se' stesse, si faranno una fragorosa risata, abbandoneranno le ostilità, si faranno una pastasciutta e poi cominceranno a riorganizzarsi, ma collaborando ora, anzichè contrapporsi.
E' a questo punto che dev' essere favorito il sorgere diffuso di quella diversa struttura di pensiero, non passivo-indotta, ma critica e ricercata. E sarebbe la prima volta nella storia dell' umanità che l' uomo comincerebbe veramente a pensare con la sua testa. Il comportamento da automa eterodiretto di Jack si trasformerebbe in quello consapevole e sensibile di Wendy.
L' immaginario indotto lascerà finalmente il posto alla consapevolezza diffusa, la guida ipnotica ed irrazionale alla controllata ragionevolezza.