Roberto Tartaglia è un giovane scrittore esordiente. Anche lui, come molti di quelli che abbiamo intervistato su Storia Continua, ha scelto di pubblicare e promuovere online in modo indipendente il suo libro. Siamo entrati in contatto grazie alla nostra community su Facebook e quello che ci ha colpito di lui è stata la voglia di mettere al servizio degli altri l’esperienza accumulata, tra lettere di presentazione, rifuti dalle case editric e tecniche di marketing, attraverso il progetto Vivere di Scrittura.
Sul tuo sito dichiari che dopo una serie di delusioni ricevute dall’editoria tradizionale hai deciso di autopubblicarti. Ti va di raccontarci alcuni di questi episodi? In cosa ti ha deluso l’editoria tradizionale?
Sai, quando ti trovi tra le mani una tua creatura, che ha richiesto un anno di lavoro, anche una mancata risposta da parte di un editore può essere considerata una forte delusione. Ma, come ho precisato anche sul sito, le più grandi frustrazioni le ho avute dal mondo della cosiddetta editoria a pagamento. Pensa un po’ alla mia situazione: dopo che nessuno risponde alle mie lettere, a un certo punto mi vedo recapitare una bella proposta di contratto. “Wow” ho pensato lì per lì. Ma poi? Leggo e rileggo quei documenti mille volte per verificare. Sì, avevo capito bene. “Ti pubblichiamo il romanzo in cambio di 3.500 euro”. Questo il succo, più o meno. E cercavano di far scendere la pillola con la promessa di pseudo-promozioni in programmi televisivi e riviste assolutamente sconosciuti. Non faccio nomi per non ricevere querele, ma, nel caso specifico, si tratta di una casa editrice che si fa pubblicità anche a livello nazionale, sia in TV che su quotidiani rinomati. State lontani dall’editoria a pagamento scrittrici e scrittori emergenti! A quel punto ho deciso di cercare vie alternative all’editoria tradizionale, che non mi filava neanche un po’. E sono entrato in contatto con lulu.com. Quel giorno ho conosciuto il self-publishing.
Così con il self-publishing hai venduto 5000 copie in 6 mesi e adesso ti accingi a produrre la versione inglese del tuo romanzo “Casus Belli”. Pura fortuna o metodo?
Be’, difficile da dirsi. Ora sto affinando di molto le mie tecniche di web marketing e social media marketing, grazie anche alla guida del grande Robin Good, ma ai tempi di “Casus belli” andavo un po’ a fortuna. Intendo dire che non avevo un metodo come ora, seguivo il fiuto, l’istinto. È stata dura, ho dovuto fare promozioni su promozioni, sul Web e nelle università, offrire mega sconti e, per un periodo, anche permettere il download gratuito del formato elettronico del libro. In fondo, essendo il primo romanzo, non avevo di certo lo scopo di arricchirmi con le vendite, ma solo quello di farmi conoscere, ricevere commenti e critiche per affinare le mie tecniche di scrittura. E devo dire che il metodo ha funzionato. Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora, e oggi sto trasformando, pian piano, quella che era solo una scommessa, nel mio futuro.
Cosa sarà il progetto Vivere di scrittura? Puoi darci qualche anticipazione?
Certamente. “Vivere di scrittura” vuole essere il primo progetto online in grado di insegnare a tutti gli scrittori emergenti come autopubblicarsi e autopromuoversi sul Web. È innegabile che stiamo vivendo un periodo di forte crisi nel settore editoriale, io credo che questa crisi possa essere superata solamente guardando al futuro. Ultimamente negli USA si sono riscontrati già alcuni casi di successo in questo senso: scrittori sconosciuti che hanno prodotto best sellers grazie al self-publishing. Perché non provarci anche in Italia? Il progetto è in fase di avvio e sta muovendo i primi passi sulla fan page di Facebook . Qui, ogni giorno, pubblico le migliori notizie del Web sull’argomento, lancio sondaggi e innesco discussioni con i fan della pagina. Tutto ciò in attesa della messa in opera del sito.
Noi abbiamo già scaricato “Casus Belli” in Pdf, ma vuoi parlarci un po’ tu del romanzo che hai scritto?
“Casus belli” è un mix: thriller e giallo a enigma classico. Ci sono misteri da risolvere, ma anche scene ad alta tensione. Il tutto ambientato tra i borghi medievali di un comune italiano di pura fantasia: Càniva. Ho voluto creare un ambiente asettico, di fantasia, proprio per non limitarmi a un singolo scenario, cercando di regalare ai lettori tutto il sapore degli antichi borghi di provincia della nostra splendida Italia. Tutto parte da un omicidio, quasi anonimo, per poi arrivare a intrighi di calibro internazionale. È il primo romanzo mai scritto sul controverso fenomeno delle “scie chimiche” o “chemtrails”, di cui molto si parla sul Web, e ho voluto intrecciare realtà e fantasia anche riportando i testi di documenti reali sul tema. La scrittrice Sabina Marchesi, collaboratrice di Carlo Lucarelli, l’ha definito “un thriller graffiante e di denuncia”, io spero solo d’essere davvero riuscito a trasmettere le emozioni che ho provato nello scriverlo. Chiunque fosse interessato a leggerlo può riceverlo gratuitamente in email, fino a dicembre, semplicemente iscrivendosi alla newsletter sul mio sito www.robertotartaglia.com.