Trama: Ron Woodroof è un elettricista donnaiolo, tossicomane e appassionato di rodei. Un giorno scopre di avere l'AIDS e, nella forsennata ricerca di una cura, scopre l'esistenza di proteine e farmaci molto efficaci ma non approvati negli USA...
La cosa che mi ha colpita più di tutte, guardando Dallas Buyers Club, è il modo assolutamente pragmatico di trattare la malattia, la diversità e la sofferenza. Per tutto il film non c'è un solo personaggio scritto apposta per suscitare pietà nello spettatore, brani strappalacrime o sequenze ad effetto, ci sono solo esseri umani terribilmente imperfetti, costretti ad affrontare con un'enorme forza d'animo i mille paletti messi dai pregiudizi, dalla malattia e dagli interessi delle multinazionali farmaceutiche. La storia di Ron Woodroof non è quella di un intelligente e capace uomo di buon cuore che si batte per una causa, bensì quella di un delinquente omofobo che probabilmente, senza la malattia, avrebbe finito per farsi ammazzare dai creditori e che, comunque, anche nella ricerca di una cura, pur evolvendosi ed aprendo la propria mente, tenta di ricavare un profitto dalle sue imprese. Allo stesso modo, il suo compare Rayon è un debole disadattato, incapace di smettere di drogarsi. Di fronte ad un approccio così "freddo" e dei personaggi coi quali è difficile simpatizzare, lo spettatore è costretto a seguire la storia con attenzione assoluta, a scavare nelle personalità dei protagonisti, ad affezionarsi a poco a poco fino ad arrivare a tifare per loro e non solo perché la loro vittoria significherebbe una speranza per tutte le vittime dell'HIV; viene proprio voglia di vedere Woodroof, il vitale, incazzoso e incosciente Woodroof, schiacciare col tacco dei suoi stivalazzi da bifolco chi riduce la vita e la morte a semplici risultati di lucrosi esperimenti.
La regia di Jean-Marc Vallée è asciutta e priva di fronzoli, se si escludono un paio di bellissime sequenze "a effetto" (il breve flashback in cui Woodroof capisce come un frettoloso, fugace rapporto occasionale lo abbia condannato a morte oppure quella in cui viene circondato da miriadi di farfalle) sembra quasi che il regista segua la storia narrata con assoluto distacco, mostrando solo i "fatti". A metterci l'anima sono invece gli strepitosi Matthew McConaughey e Jared Leto, distrutti nel fisico tanto da risultare quasi irriconoscibili, due fuscelli di nervi ed ossa che basterebbe un soffio di vento per spazzarli via; il primo riempie lo schermo con la sua mera presenza, i suoi cappelli da cowboy e la parlata strascicata, un'apparenza da duro che si infrange solo una volta, nell'unica scena che mi ha davvero spezzato il cuore, mentre il secondo è di una delicatezza infinita e riesce a non cadere nel facile cliché del travestito, conferendo al suo personaggio un'incredibile ed umanissima dignità. Guardando Dallas Buyers Club mi sono quindi resa conto che il valore intrinseco della pellicola è da ritrovarsi quasi esclusivamente in queste (giustamente) apprezzatissime interpretazioni perché, nonostante la storia interessantissima e difficile, nel complesso l'ho trovato troppo ordinario per poter gridare al capolavoro che mi sarei aspettata leggendo qualche recensione qua e là. A parte questo mio parere prettamente personale, comunque, Dallas Buyers Club è un film da vedere assolutamente, sia per l'incredibile ed importantissima storia vera raccontata, sia per apprezzare appieno due attori che, finalmente, hanno fatto enormi passi avanti rispetto ai loro imbarazzanti esordi.
Di Matthew McConaughey (Ron Woodroof), Steve Zahn (Tucker) e Griffin Dunne (Dottor Vass) ho già parlato ai rispettivi link.
Jean-Marc Vallée è il regista della pellicola. Canadese, ha diretto altri film a me sconosciuti come C.R.A.Z.Y., The Young Victoria e Café de Flores. Anche sceneggiatore, produttore e attore, ha 50 anni e un film in uscita.
Jennifer Garner interpreta Eve. Americana, indimenticabile nei panni della Sydney Bristow del favoloso Alias, la ricordo anche per film come Harry a pezzi, Mr. Magoo, Pearl Harbor, Prova a prendermi, Daredevil, Elektra e Juno; inoltre, ha partecipato ad altre serie come Jarod il camaleonte. Anche produttrice e regista, ha 41 anni e quattro film in uscita.
Jared Leto interpreta Rayon. Figo incredibile, nonché frontman dei 30 Second to Mars, come attore lo ricordo in film come Urban Legend, La sottile linea rossa, Fight Club, American Psycho, Panic Room e Alexander. Americano, anche produttore e regista, ha 42 anni.
Denis O’Hare (vero nome Denis Patrick Seamus O'Hare) interpreta il Dottor Sevard. Indimenticabili (nonché incredibili) le sue performance nella serie American Horror Story, durante la prima e la terza stagione, ha partecipato anche a film come Accordi & disaccordi, Derailed – Attrazione letale, Changeling, J. Edgar e ad altre serie come Le avventure del giovane Indiana Jones, CSI, CSI: Miami e True Blood. Americano, ha 51 anni e tre film in uscita.
Dallas Buyers Club concorre per sei Oscar quest’anno: miglior pellicola, Matthew McConaughey miglior attore protagonista, Jared Leto miglior attore non protagonista, miglior montaggio, miglior trucco e miglior sceneggiatura originale. Il film è stato finanziato in parte grazie all’aiuto di Matthew McConaughey ma la storia di Woodroof aveva già destato l’interesse di Brad Pitt e Ryan Gosling; sempre per gli stessi problemi finanziari, negli anni ’90 era saltato il progetto che avrebbe visto coinvolti Dennis Hopper come regista e Woody Harrelson come interprete di Woodroof. Anche Hilary Swank avrebbe dovuto prendere parte al film di Vallée, ma ha rinunciato per impegni pregressi. Detto questo, se Dallas Buyers Club vi fosse piaciuto consiglierei la visione di Philadelphia. ENJOY!