Dallas Buyers Club

Creato il 17 febbraio 2014 da Arpio

Ai premi Oscar di quest’anno pare che la sfida diretta per il titolo di miglior attore sia tra il Leonardo Di Caprio di The Wolf of Wall Street e il Matthew McConaughey di questo Dallas Buyer Club, ed è una sfida mica da ridere. Di Caprio sfiora il premio da anni e nonostante spesso meritasse la vittoria a mani basse, ora che si ritrovava ad averlo praticamente in mano, ecco comparire uno sfidante di tutto rispetto, che proprio quest’anno ha fatto l’interpretazione della sua vita e che già sul finire del 2013 ha portato a casa una spaventosa serie di premi per questa parte. Era da tanto che volevo confrontare i due attori, ma anche i due film entrambi candidati al premio principale, e questa sera finalmente in un cinema piccolo e polveroso ci sono riuscito.Il film si svolge tra l’85 e l’88 ed è ispirato a una storia vera quella di Ron, texano modello. Adora le donne, l’alcol, le sigarette, le droghe, i rodei e la carne. Odia gli stranieri, gli omosessuali e chi in generale è considerato “diverso”. Vive in una casa mobile e lavora come operaio: lo stereotipo del cittadino proletario del sud degli states. Dopo essere stato ricoverato per un incidente sul lavoro Ron scopre di avere l’AIDS, malattia spesso legata all’omosessualità che oltre a farlo infuriare lo renderà un emarginato nella sua stessa “tribù”, e 30 giorni ancora da vivere. Nel frattempo negli ospedali parte la sperimentazione di un nuovo farmaco anti-HIV, l’AZT, e Ron lo prende con la complicità di un inserviente. Il farmaco non ha effetti positivi, anzi Ron è sempre più malato e si rivolge a un dottore in Messico, che gli sconsiglia di prendere l’AZT e gli da altri farmaci più efficaci che però in America non sono stati approvati. Ron torna in America con una grande quantità di farmaci che inizia a spacciare. Di lì a poco apre il Dallas Buyer Club per le cure alternative all’AZT.

Quello che parte come un calvario, diventa un pretesto per il protagonista per cambiare la sua vita e la sua mente, mentre l’attività che parte come un modo per lucrare sulle malattie diventerà la battaglia sociale di Ron per un mondo più giusto. Il film è uno schiaffo in faccia alle multinazionali farmaceutiche e a buona parte del Governo degli Stati Uniti. Ma la vera forza della pellicola sta nell’interpretazione di McConaughey, che sulle sue esili spalle regge alla grande tutte le due ore di storia. Un plauso anche al coprotagonista Jared Leto, anche lui in grande spolvero per l’occasione. Entrambi hanno perso svariati chili per sembrare più “malati”, ma anche il loro modo di recitare sembra averne risentito in positivo. McConaughey da uno spessore inaspettato al personaggio di Ron: un uomo fermamente convinto dei suoi principi e delle sue idee, finché il mondo non inizia a vacillare e si risveglia con occhi nuovi, in grado di vedere le cose da un nuovo punto di vista.
La pellicola rischia seriamente di vincere anche il titolo di miglior film ai prossimi Oscar, staremo a vedere.



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