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Dallas Buyers Club, 5 minuti d’ applausi per il film più scomodo del Festival

Creato il 10 novembre 2013 da Molipier @pier78
Dallas Buyers Club, 5 minuti d’ applausi per il film più scomodo del Festival Sara Peluso Sara Peluso vedi altri articoli 10 novembre 2013 20:22 10 Flares Filament.io Made with Flare More Info'> 10 Flares ×

A presentarlo è venuto perfino Jared Leto dalla California, ma la pellicola non ha bisogno di grandi star perché presto ne parleranno tutti.Logo Roma Film Festival ImmagineInEvidenza

A volte succede che un progetto, un’idea, ti colpiscono così tanto che nonostante sai che sarà difficile che tutti la pensino come te  prendi coraggio, sfidi le convenzioni e ci credi. E’ questo che hanno fatto quelli di Vanity Fair Italia quando hanno assegnato a Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallèe, film americano,a basso costo e dai temi forti e sconvenienti, il Vanity Fair Award e l’hanno portato fino al Festival del Cinema di Roma dove ieri sera è stato proiettato e ha ricevuto il premio.

Stessa scelta coraggiosa ha fatto la presidente della casa di produzione Goods Film ,Ginevra Elkann, che lo distribuirà invece in tutte le sale italiane. Perché tutto questo scalpore vi starerete chiedendo? Di cosa parlerà mai questo film che non sia già stato detto? Sono state fatte tante opere,anche pluripremiate, sulla piaga sociale chiamata AIDS che ha investito l’occidente negli anni ’80 come un’ ondata di morte, ma nessuno come Dallas Buyers Club ha affrontato con così tanta veridicità e allo stesso tempo emotività tutti i temi che sono strettamente legati alla malattia, oltre alla compassione, la sofferenza, la tristezza per una condanna a morte quasi sicura.

Parlo di omofobia, paura del diverso, paura della malattia e del malato, sesso promiscuo, tossicodipendenza, il sistema farmaceutico e medico americano profondamente incoerente e strumentalizzato da un giro di soldi infinito; sono questi i temi attorno all’AIDS che Jean-Marc Vallèe ha affrontato con coraggio,maestria e con umanità.

Tutta la storia ruota intorno Ron- interpretato da un deperito Matthew Mc Conaughey a mio parere nel miglior ruolo della sua carriera- un cowboy macho e omofobo che si ammala di AIDS  a causa delle sue cattive abitudini sessuali e Rayon un giovane travestito- interpretato da un Jared Leto commuovente- anch’egli ammalato a causa del suo stile di vita estremo.

La vita che mischia le carte come vuole li fa incontrare e lottare contro un nemico comune, quella malattia che è più forte delle diversità e di tutto e che li fa unire anche nella lotta allo Stato e alla commissione Food and drugs administration che imponeva come cura per i malati di AIDS una medicina in via di sperimentazione spinta da una casa farmaceutica ricchissima e bandiva tutti gli altri metodi per non avere competizione sul mercato.

Vedremo allora questa stranissima coppia togliersi la maschera e trovare quell’umanità che solo la consapevolezza di avere poche speranze a volte può far uscire, quell’umanità autentica, riconoscibile, credibile senza compassione o facile commozione, senza voler far scendere nessuna lacrimuccia facile allo spettatore.

La sensazione forte è che questo film andrà molto lontano- come ha detto il direttore di Vanity Fair Italia nel discorso di chiusura- perché sono presenti tutte quelle caratteristiche che rendono un film un’opera d’arte, prima fra tutte l’interpretazione dei due protagonisti Jared Leto e Matthew Mc Conaughey entrambi equilibrati, realistici, fisicamente ed espressivamente fedeli alla sofferenza di chi ha contratto il virus HIV e mai banali.

Anche la seconda serata del Festival è andata quindi molto bene, la risposta del pubblico a questo film è stata buona e si spera che Roma possa portare fortuna a questa pellicola, che potrebbe addirittura essere nella rosa dei candidati all’Oscar.

Dallas Buyers Club, 5 minuti d’ applausi per il film più scomodo del Festival

Profilo di Sara Peluso

Ho 23 e vivo a Roma anche se sogno di vedere il mondo. Curiosa come pochi non mi faccio mai i fatti miei. Scrivo di tutto ciò che mi circonda, che mi piaccia o no.

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