Dalle ceneri di Pci e Cgil, il movimento dei lavoratori italiani?

Creato il 10 aprile 2013 da Freeskipper
di Maria Pia Caporuscio. Il Presidente della Repubblica Italiana, uscente, benedice la formazione di un governo di larghe intese nell’interesse del Paese. Non sarà invece una prova per affermare questo moderno sistema chiamato “Nuovo Ordine Mondiale?” Ossia un nuovo e ingegnoso sistema dittatoriale? Questa domanda disturba il sonno a molti italiani. Promuovere e sponsorizzare un governo unico, escludendo ogni forma di opposizione, è a dir poco inquietante. Il Parlamento si trasformerà in una bella macelleria dove si macellerà carne umana nel nome della “responsabilità” di governare. A favorire questa gente è purtroppo la scarsa memoria della popolazione, che troppo spesso dimentica dove porta una siffatta forma di governo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale il nostro paese si risvegliò e capì di essere stato ridotto in macerie proprio da chi, con una medesima forma di governo, li aveva condotti. Ma incazzati neri e consapevoli dell’ingenuità mostrata nel credere ai padroni dell’epoca, si rimboccarono le maniche e promossero una fortissima opposizione a qualsiasi governo. Nacque allora il partito comunista che in breve, insieme ad un fortissimo sindacato, la Cgil, portarono la classe lavoratrice a conoscere e pretendere quei diritti che umanamente gli appartengono. Mai come in quel periodo i lavoratori conobbero la piacevole sensazione di sentirsi “persone” e non animali da lavoro. I lavoratori in quell’epoca conobbero per la prima volta, la soddisfazione di avere dalla loro parte una forza che li difendeva, che si faceva carico dei loro problemi, di non essere più soli e abbandonati a sé stessi, come purtroppo da sempre era stata la loro categoria. Fu allora che i lavoratori iniziarono a scoprire un mondo fino a quel momento sconosciuto: vedere il mare, i monti, le città vicine potendosi permettere il lusso di avere una cinquecento, di poter far studiare i propri figli, di riposare la notte, consapevoli di tornare al lavoro il giorno successivo. Queste cose costituivano un miracolo per chi, fino a quel momento non aveva conosciuto altro che lavorare come un animale, per potersi sfamare. Ma chi era vissuto sfruttandoli per vivere nel lusso più sfrenato, non li accettava, ritenendoli non diritti ma privilegi. Quindi spezzare il Partito Comunista e riportare la classe lavoratrice ai livelli di schiavitù, era l’obiettivo da raggiungere al più presto. La bieca disinformazione dei media e la mancata preparazione politica della popolazione, ha permesso a questi esseri maledetti, che tutto questo si realizzasse. Disintegrato il solo partito che aveva a cuore le sorti della classe lavoratrice, iniziava la discesa verso l’abisso di coloro che erano e sono, le fondamenta di un paese. Massacrando lo stato sociale e i lavoratori si è massacrata l’Italia che oggi non è più una nazione sovrana, ma sottoposta ai capricci degli speculatori, dei banchieri e di quello che chiamano mercato. Questa demenza collettiva di cui è vittima la classe dirigente, necessita ricondurla alla ragione, riabilitando o creando ex novo, un partito dei lavoratori che questa miserabile classe dirigente, ha voluto distruggere non soltanto fisicamente, ma soprattutto demonizzandolo per il fatto che curava gli interessi dei lavoratori, costringendo essi a privarsi dell’equivalente di un pacchetto di sigarette.

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