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Dalle Filippine un nuovo caso Pussy Riot: la vicenda di Carlos Cedran

Creato il 12 febbraio 2013 da Cagliostro @Cagliostro1743

Carlos CedranDopo il caso delle Pussy Riot, il gruppo punk-rock russo condannato a due anni per aver inscenato una protesta nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, una simile vicenda arriva dalle Filippine. Il settimanale Time rivela la vicenda dell’attivista Carlos Celdran che nel 2010 era entrato nella cattegrale di Manila con in mano un cartello con la scritta «Damaso»: un prete spagnolo protagonista del romanzo “Noli me tangere” del romanzo del 1887 di Jose Rizal.
Celdran protestava contro la posizione della Chiesa filippina che si oppone alla legge che prevede finanziamenti pubblici per la contraccezione e l’educazione sessuale: dopo dieci anni di polemiche il disegno di legge è stato promulgato ed è stata una sconfitta per l’ingerenza della Chiesa cattolica filippina negli affari interni di un Paese che all’80 per cento è cattolico.
Subito dopo la sua protesta, Celdran è stato imprigionato dal tribunale di Manila per aver offeso i sentimenti religiosi così come prevede l’articolo 133 del codice penale: questo articolo, risalente al 1930, è un lascito del codice penale del periodo coloniale spagnolo che è terminato nel 1898. Celdran è il primo ad essere sotto processo per questo genere di reato e Carlos Conde di Human Rights Watch ha ammesso che non era neanche a conoscenza che esistesse un simile reato: in base a ciò Celdran, attualmente libero su cauzione, rischia sino a 13 mesi di prigione.
Il caso di Celdran ha riaperto il dibattito nelle Filippine sulla libertà di parola e sul ruolo della Chiesa cattolica e su twitter è in atto una mobilitazione a favore dell’attivista con l’hashtag #FreeCarlosCeldran.


Filed under: Chiesa, News

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