Dalle TRE CANTICHE di Maria Teresa Santalucia Scibona: PARADISO

Creato il 06 dicembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali


Trepida man ponendo sulla testa
giunse la guida de la vita mia
luce de l’alma quando sono mesta
trassemi retro a se Bianca Maria.
Di Michelangel sommo, la seguace
Mater Cristina fra l’amanti d’arte
pingendo la colomba de la pace
de lo vespero sole face parte.
Nel quinto foco spirto militante
Io veggio ben Ermanna la Guerriera
e Beatrice mia fassi garante de la
bontade sua grande sincera.
De’l ciel di Giove la Rosaria mente
facea li conti giusti de la spesa
l’uscite calcolando saggiamente
pe’ far a’l Superior dovuta resa.
La fervorosa prece de la sera
Stavano salmodiando tante Sore
a ritemprar la fede loro vera.
per dar a certo sposo tutte l’ore.
Le contemplanti de’ l’anel Saturno
guardando fise le superne rote
esaltavan così ciascun a turno
la gloria di Colui che tutto puote.
Come l’uman mortal stupito mira
lo sol calante pel rossastro cielo
e’d arbitrarie conclusioni tira
tentando di squarciar lo Sacro Velo
tal facev’io nella picciola mente
per discovrir l’insondabil mistero.
Beatrice che tutto cape e sente
Ver me placando lo disir del vero,
palesò tanto quanto si convenne
lo dogma de la Santa Trinitate
con dolci frasi e con parole belle
le dotte leggi de la Chiesa Matre
per farmi amar lo Creator di Stelle.
Andria, giovedì 23 febbraio 1956
Maria Teresa Santalucia