Dallo sfruttamento allo spazio, la Bolivia lancia il suo primo satellite

Creato il 19 dicembre 2013 da Eldorado

La Bolivia va nello spazio. Lo fa con un satellite per le telecomunicazioni, il Túpac Katari e con la compartecipazione determinante della Cina, che ha fornito gran parte dei fondi, la tecnologia ed il supporto logistico. Nome simbolo per un’operazione simbolo di una Bolivia che cambia e che, risolti i problemi di gestione delle sue risorse, si dà anche il lusso ora di guardare verso lo spazio. Túpac Katari, indigeno aymara sollevato contro la Spagna imperialista, mantenne per sei mesi La Paz sotto assedio nel 1781. Finì come Ravaillac, l’assassino di Enrico IV, squartato da quattro cavalli nella piazza pubblica. A differenza del chierico francese, Túpac Katari è oggi considerato un eroe ed il suo satellite finirà nella notte di Natale a stabilirsi a 36000 chilometri sopra le Galápagos.

Costato 300 milioni di dollari (la Bolivia al momento ne ha sborsati solo 44, il resto li ha messi la Cina che li incasserà con i dovuti interessi), il Túpac Katari dovrebbe generare 40 milioni di dollari all’anno. In termine di soldoni, ma sono stime ottimistiche, alla Bolivia rimarranno circa 5-6 milioni di dollari per stagione moltiplicati per i tre lustri durante i quali il satellite rimarrà in funzione. Per il momento ad usufruire dell’apparato ci sono l’esercito, alcune compagnie di telecomunicazioni (tv, telefonia cellulare, internet), differenti agenzie del governo boliviano. Con la buona riuscita del progetto –che passerà completamente nelle mani di La Paz a marzo- la speranza è quella di attirare nuovi contratti, soprattutto dei paesi sudamericani. Non sarà comunque solo un satellite commerciale: tra le iniziative, c’è un canale educativo destinato alle scuole che, attraverso il Túpac Katari, raggiungerà i centri scolastici più remoti del paese andino.

Ad operarlo, dalle stazioni di Amachuma e La Guardia, sarà l’ABE, la Agencia Espacial Boliviana, costituita nel 2010 e che in questi anni ha formato la prima generazione boliviana di ingegneri spaziali. A guidarla è Iván Zambrana, che ha già annunciato la progettazione di un nuovo satellite, che dovrebbe essere pronto per il 2016 e che servirà per tracciare un’esatta mappa geologica e morfologica della Bolivia. Per battere la concorrenza, dice, perché le grandi potenze possiedono questa mappa e sanno dove e come andare a cercare quelle risorse del sottosuolo di cui il paese andino è ricco.


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