Dammi il tempo per non fingere

Da Chiara Lorenzetti

M’è capitato, di questi tempi, di scorrere alcuni blog. E nel leggere, ricercare le persone nascoste dietro alla tastiera.
Tentare di capirne il senso, quello mascherato e quello vero.
Nessuna presunzione, sia chiaro, solo un ameno gioco di società, pari al monopoli o alle parole crociate.
E così m’è venuta da pormi la domanda se ciò che scriviamo sia il nostro specchio, quello intimo, non quello che appare. Perché se mentre ti parlo, posso inventarmi un sorriso, un abbraccio che non c’è, una cadenza molle del respiro, mentre scrivo, io penso, l’unico a cui mento, se mento, sono io.

E per quanto uno scrittore sia bravo, sento che la mano più che il cuore, si dovrebbe ribellare alla finzione, i tasti inchiodarsi, il pensiero svicolare.
Si, perché se mentre ti guardo i sentimenti si possono fingere, nascondere, posso farti credere che sono felice, sorridendo di plastica e silicone, mentre scrivo, no, non lo posso fare e se lo faccio, ahimè, cosa resta dentro se non un buco sofferente di me?

E quindi, leggendo alcuni blog, comprendo le persone. Che sia nel bello, nel brutto, nel vero, nel sogno, comprendo le persone. Quello che sono state, anni fa, quello che sono ora.
Nello stile e nella creazione, perche siamo, mentre scriviamo, un tutt’uno con la vita.

Chiara