Dammi mille baci (Cantarella)

Creato il 23 gennaio 2015 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
Com'era vissuto l'amore nell'antica Roma? Come sono cambiate le relazioni fra i sessi in oltre un millennio di storia di questa gloriosa civiltà? Sono gli interrogativi cui risponde Eva Cantarella nel saggio Dammi mille baci, edito da Feltrinelli nel 2009, con un titolo che riprende uno dei più celebri componimenti rivolti da Catullo alla sua Lesbia.
Il libro, che si legge agevolmente in poche ore, ripercorre la storia dei rapporti fra uomini e donne e fra uomini e uomini a Roma e, più in generale, nei territori dell'imperium, rivolgendo una particolare attenzione a Pompei, poiché questa città, sepolta nel 79 d.C., non avendo subito trasformazioni e rimaneggiamenti di epoche successive, conserva una sorta di fermo-immagine della società romanizzata, offrendoci una vastissima quantità di iscrizioni amorose, galanti o di volgare predatorietà sessuale, ma anche serbando i luoghi in cui, fisicamente, si consumavano le relazioni (celebri sono i bordelli pompeiani, ma la rassegna è arricchita da particolari abbastanza piccanti). La Cantarella divide la sua trattazione in tre parti: dopo una prima sezione dedicata alla definizione delle relazioni familiari e delle modalità di matrimonio (le principali sono la coemptio e la confarreatio), passa a costruire un decalogo degli amori, affrontando, separatamente, la ricostruzione degli Amori dovuti, innanzitutto quello coniugale, quello filiale e quello materno, degli Amori possibili, cioè le forme di relazione, anche extraconiugali, tollerate e i limiti della tolleranza stessa e degli Amori proibiti, come gli adulteri femminili, gli amori delle vestali e tanti altri rapporti giudicati illeciti. A questa seconda parte fa seguito un ultimo spazio dedicato a dieci storie d'amore sospese fra mito e storia.
Come spesso accade per analisi di questioni storiche e sociali molto lontane dal nostro tempo e dalla nostra sensibilità, questo testo va affrontato - ed è importante che l'autrice stessa lo chiarisca fin dall'inizio - con una sorta di epoché mentale che ci permetta di leggere in modo diretto e immediato le informazioni che il testo presenta: senza l'assunzione di consapevolezza che fra noi e gli antichi, al di là di tutti gli aspetti di continuità, esiste una diversità essenziale, alcuni aspetti della vita dei Romani potrebbero sembrarci indegni di una grande potenza politica e culturale quale fu Roma. Senza questa operazione, alcune pagine del libro potrebbero sembrare inutilmente ridondanti su quelle che, a prima vista, sembrerebbero volgarità, senza questa operazione non potremmo capire il concetto (di origine greca, ben spiegato nel libro L'uomo greco), di pederastia, come pure non potremmo concepire come Catone possa dare in prestito la propria moglie ad un amico affinché faccia da 'utero in affitto'. 

Venere e Marte in un affresco pompeiano
oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli

 Dammi mille baci è una lettura piacevole, che si scorre rapidamente e che, però, trasmette numerose informazioni e curiosità su un aspetto della storia che, solitamente, la manualistica trascura. La rassegna della Cantarella, inoltre, non si basa puramente su trattazioni storiografiche o reperti (come, appunto, quelli pompeiani), ma è arricchita da continui riferimenti alle fonti letterarie e alle leggende romane che non solo ampliano la prospettiva dell'analisi, ma ricreano quella profonda intersezione fra tradizione e mito che caratterizzò la storia romana dalle origini del villaggio di pastori alla caduta dell'impero. C.M.

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