Trama: Violet, Heather e Rose sono tre studentesse che hanno un solo obiettivo nella vita: salvare i loro compagni dalle tendenze suicide e, in generale, migliorare la vita all'interno del campus... con metodi non proprio ortodossi, però!
Ammetto in tutta sincerità che quando ho cominciato a vedere Damsels in Distress mi aspettavo un film assai simile, sia per spirito che per personaggi, al mio adorato Ragazze a Beverly Hills. Invece mi sono trovata davanti una pellicola particolarissima, che affronta il tema stra-abusato dell'ambiente all'interno delle scuole americane da un punto di vista decisamente inconsueto. Le Damsels in Distress del titolo sono infatti tre fanciulle (alla quale si aggiunge la studentessa nuova, Lily) che, al pari della Cher di Ragazze a Beverly Hills, decidono in un impeto di generosità di consacrare la giovinezza ad aiutare i coetanei che ritengono più sfortunati di loro. A differenza di Cher, però, il terzetto capitanato dalla peculiare Violet non è composto da ragazze alla moda e adorate dalla maggior parte degli studenti, bensì da tre povere sfigate di animo buono che se la credono, convinte di essere illuminate, accondiscendenti, colte, graziose e superiori alla massa quando in realtà sono tre casi umani che non sfigurerebbero in un programma della De Filippi. La capa Violet segue la massima per cui sarebbe giusto e consigliabile stare con ragazzi più stupidi e più brutti della media, giusto per portare un po' di felicità e amore a questi derelitti, inoltre cerca di curare la depressione sua e degli altri attraverso il tip-tap e l'uso terapeutico del profumo di saponetta, Heather è una povera cretinetti di spaventosa ignoranza e Rose, la cinica del gruppo, è talmente intollerante ai cattivi odori che il semplice passaggio dei suoi coetanei in crisi ormonale la porta a svenire. Questo trio all'erta e pieno di brio viene a poco a poco smontato dal punto di vista di Lily che, proseguendo nel film, diventa sempre più consapevole dei limiti delle sue nuove amiche e della loro fondamentale natura di doofi (o doofuses, il dibattito è aperto, comunque in italiano starebbe per goffe, stupide), arrivando alla conclusione che, forse, è meglio essere normali e pensare a sé stessi piuttosto che pretendere di cambiare gli altri rimanendo nella beata inconsapevolezza dei propri spaventosi difetti.
Attorno a questo carismatico quanto sconcertante quartetto di primedonne, ruota un esilarante universo di personaggi che toccano diversi gradi di insanità mentale: c'è il fighètto pervertito che trova giustificazione nella religione, il ballerino depresso che si fa chiamare Freak Astaire e il ragazzo che ignora i nomi dei colori e cade in crisi mistica davanti all'arcobaleno, insomma un bestiario praticamente impossibile da dimenticare e che vi lascio il piacere di scoprire per intero. Detto questo, non aspettatevi tuttavia la tipica commedia demenziale americana. Fin dal primo fotogramma di Damsels in Distress si respira infatti un'aria di film indipendente e assai verboso, di opera divertente ma di quel divertimento intellettuale, un po' alla Wes Anderson per intenderci: basterebbe anche solo citare i particolari titoli di testa, dove i nomi delle quattro attrici sono elencati sotto la dicitura "The Damsels" e quelle degli altri attori sotto "Their Distress", l'elegante suddivisione in capitoli, oppure il finale incredibilmente retrò coronato da due numeri musicali, uno dei quali è un dance-along che insegna come scatenarsi al ritmo della Sambola, ballo inventato dalla stessa Violet. Inoltre, anche i costumi sono assai curati e qui e là si percepisce una sottile critica a quel provincialismo tipicamente americano che porta i giovani a non avere assolutamente idea di chi fosse Truffaut, a temere come la peste le pellicole in bianco e nero e a stupirsi davanti ad un ortaggio apparentemente comune come i carciofi.
Per finire, se ancora non siete convinti, spenderei anche due parole per gli attori. La produzione ha pescato la maggior parte dei coinvolti nell'ampio bacino delle serie televisive o delle recenti pellicole per cccioFFani, tuttavia il regista è riuscito ad ottenere da tutti delle interpretazioni molto valide, sempre in perfetto equilibrio tra commedia e farsa, anche quando i personaggi esulano da ogni possibile legame con la realtà. All'interno del cast spicca la protagonista Greta Gerwig che, senza essere eccessivamente bella o espressiva, sfrutta al meglio un fisico quasi sgraziato e un viso ordinario, riuscendo ad infondere al suo personaggio quel non so che per cui lo spettatore è naturalmente spinto a riconoscersi in alcuni dei suoi atteggiamenti e delle sue manie. C'è quindi un po' di Violet in ognuno di noi? Nel mio caso, direi di sì. Quindi, dopo avervi straconsigliato nuovamente questo carinissimo Damsels in Distress, andrò a rimettere su il film per imparare al meglio i passi della Sambola... d'altronde, stiamo parlando della nuova tendenza internazionale, che presto spopolerà in ogni discoteca!
Whit Stillman (vero nome John Whitney Stillman) è regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha girato film come Barcelona, Metropolitan e The Last Days of Disco. Anche produttore e attore, ha 60 anni.
Greta Gerwig interpreta Violet. Americana, ha partecipato a film come The House of the Devil e To Rome With Love. Anche sceneggiatrice, regista e produttrice, ha 29 anni e un film in uscita.
Megalyn Echikunwoke interpreta Rose. Americana, ha partecipato alle serie E.R. – Medici in prima linea, 24, Buffy the Vampire Slayer, That’s 70’s Show, Supernatural, The 4400, CSI: Miami e 90210. Ha 29 anni e un film in uscita, l’ultimo episodio di Die Hard.
Adam Brody interpreta Charlie. Americano, ha partecipato a film come American Pie 2, The Ring, Jennifer’s Body e Scream 4, oltre a serie come Smallville, Una mamma per amica e The O.C. Anche produttore e sceneggiatore, ha 33 anni e quattro film in uscita.
Se il film vi fosse piaciuto, consiglierei la visione di Moonrise Kingdom, del già citato Ragazze a Beverly Hills, di Mean Girls e di Schegge di follia. ENJOY!!