Quotidiani gesti di un ripetersi stanco, assoluti e anonimi, quasi,
tra le dita le solite monete, il tuo numero da giocare ai dadi, chi vince paga,
scrivi le solite parole, premi invio, ritorni alle tue faccende, affaticato il volto,
in assenza di te.
Non s’accomoda il tempo, in attesa di un destino che non arriva,
un filo srotolato che s’annoda e s’increspa come mare d’autunno
quando è ancora è estate e t’aspetti la sua mano nel mezzo d’ogni tempesta,
in assenza di te.
Chiara