Daniel Ganser, Gli eserciti segreti della Nato

Creato il 06 gennaio 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR

Nel 1990 Giulio Andreotti rivelò al pubblico l’esistenza in Italia dell’esercito segreto Gladio. All’epoca si vociferava che Gladio avesse legami con il terrorismo, e che la CIA e i servizi britannici avessero organizzato eserciti segreti molto simili in tutti i paesi dell’Europa occidentale. Si diceva, inoltre, che questi fossero coordinati dalla NATO e che avessero l’obiettivo di bloccare sia le invasioni comuniste sia ogni tentativo delle sinistre di conquistare il potere.

In Inghilterra la stampa ne parlò come del «segreto politico-militare meglio conservato e più pericoloso dalla Seconda Guerra mondiale». La vicenda fu poi sotterrata e, almeno fuori d’Italia, non se ne parlò più. Quindici anni dopo, questo libro presenta il primo dettagliato e sconvolgente studio sugli eserciti segreti della NATO in tutta Europa, raccontando come i soldati fossero armati di esplosivi e armi, addestrati in centri non ufficiali su remote isole del Mediterraneo, nonché in Inghilterra dal SAS, le forze speciali dell’aeronautica, e negli Stati Uniti dai Berretti Verdi.

Eserciti segreti analoghi a Gladio sono esistiti non solo in Italia, ma anche in altri undici paesi NATO e persino in quattro paesi neutrali (Svezia, Finlandia, Svizzera, Austria), e in alcuni casi erano tragicamente legati al terrorismo, alla “strategia della tensione”, a colpi di Stato e all’utilizzo della tortura.

«Questo attento, sistematico e incisivo studio racconta, per la prima volta, la fosca storia degli eserciti segreti creati dalla NATO, rivelandone la portata e le minacciose implicazioni: pur creati originariamente a scopo di difesa, la “difesa”, come la storia dimostra, spesso può coprire azioni terroristiche, aggressioni e manipolazioni delle popolazioni nazionali. Nel clima attuale, in modo particolare, è necessario che i cittadini siano più vigili del solito. L’importante libro di Ganser dovrebbe essere letto immediatamente da quanti sono preoccupati da queste istanze cruciali». Noam Chomsky.

Fonte: Arianna Editrice


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