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Danimarca, Norvegia, Finlandia e Svezia. Paesi da “scoprire”…

Creato il 29 gennaio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Negli ultimi anni il mondo è in balia della “bellezza” riguardante il welfare dei paesi del Nord, come Finlandia, Danimarca, Svezia e Norvegia. Ma perché non tutti credono che la zona nordica europea sia una bella utopia?

“La Dolce Vita danese, Copenhagen: fresca, creativa, spensierata,” promuove il National Geographic, “I paesi nordici: The Next Supermodel”, giudicava l’Economist, “Copenaghen è davvero meravigliosa per tanti motivi”, spiegava il Guardian.

I cittadini danesi, che dichiarano di essere le persone più felici al mondo sono secondi solo all’Islanda in quanto a consumo di antidepressivi. In Danimarca, inoltre, i disoccupati rappresentano il 5% della popolazione e meno del 2% dei cittadini rimane senza lavoro per più di due anni. Tuttavia un impiego dura in media quattro anni e ogni danese cambia almeno cinque volte datore di lavoro nel corso della sua vita. La Svezia, invece, è conosciuta per la sua quiete, per le ampie foreste e le montagne selvagge. E’ considerata la patria del design, detenie anche il primato sulla soddisfazione della forza lavoro (68%) , il maggior numero di donne in Parlamento (45%) e il maggior numero di siti dichiarati patrimonio mondiale dall’UNESCO. Anche la Norvegia è considerata all’avanguardia sotto tanti profili, come la tecnologia, l’istruzione e, soprattutto, la ricchezza petrolifera, facendola diventare dopo gli anni sessanta dello scorso secolo uno tra i paesi più ricchi d’Europa. E’ interessante, però, capire quali sono gli aspetti negativi di questi paesi così tanto mitizzati, soprattutto in Europa Meridionale.

Una foto di Copenaghen (latitudeslife.com)

Una foto di Copenaghen (latitudeslife.com)

I diversi aspetti negativi della Danimarca. Nelle indagini sulla felicità dei cittadini a livello mondiale, i danesi risultano avere i più alti livelli di fiducia e coesione sociale e, secondo l’Ocse, sono anche quelli che lavorano meno tempo rispetto ai cittadini del resto del mondo. Di conseguenza, però, il livello di produttività si è rallentato e la situazione comincia ad essere preoccupante. La domanda che ci si pone, quindi, è una: come possono permettersi un tenore di vita così alto? Semplice, i danesi possiedono il livello di debito privato più alto al mondo (quattro volte quello degli italiani) e per questa ragione hanno ricevuto un avvertimento da parte del Fondo Monetario Internazionale. In aggiunta, la metà dei cittadini danesi ammette di usare il mercato “nero” per ottenere servizi e beni. Secondo una relazione del Fondo Mondiale per la Natura (2012), inoltre, i danesi hanno la quarta “impronta ecologica” al mondo, anche davanti agli Stati Uniti: eccezion fatta per i mulini a vento presenti in tutto il territorio, la Danimarca brucia ancora un sacco di carbone. Per quanto riguarda le tasse, invece, i danesi sono quelli che ne pagano di più in tutto il mondo e sono “solo” i sesti, per il salario più alto. In un’intervista ad un portavoce del partito di centro-destra danese, questi ha confessato di lavorare per le casse dello Stato fino al giovedì all’ora di pranzo; nel restante giorno e mezzo, invece, lavorano per loro stessi. Secondo il programma dell’OCSE, per la valutazione internazionale degli studenti, la Danimarca è in ritardo, dietro anche al Regno Unito; per quanto riguarda il servizio sanitario, invece, il problema è legato, come in Italia, al sovraccarico di appuntamenti. Secondo il Fondo Cancer Research del Mondo, poi, i danesi hanno i tassi di cancro più alte del pianeta.

La compagnia ferroviaria nazionale danese ha “viaggiato” sull’orlo del fallimento negli ultimi anni, ed anche i treni spesso non arrivano a destinazione in orario. In qualche modo, però, il governo è riuscito a trovare i soldi necessari per coprire lo scandalo fiscale che aveva subito l’azienda. L’uguaglianza economica, che molti credono sia il fondamentale successo della società danese, è in calo: infatti, secondo i dati ufficiali, la percentuale di persone al di sotto della soglia di povertà è raddoppiata negli ultimi dieci anni. La Danimarca sta diventando, inoltre, una nazione divisa tra due “luoghi sociali”, Copenaghen ed il resto. Le province della Danimarca, infatti, sono diventate una discarica sociale soprattutto per gli immigrati non occidentali, gli anziani, i disoccupati ed i disabili che vivono nelle zone rurali, dove si allevano intensivamente suini. Infine, come gli svedesi, i danesi hanno abbracciato la privatizzazione con grande entusiasmo (anche il servizio di ambulanza è privatizzato).

La Norvegia. La dignità e la determinazione del popolo norvegese in seguito agli attacchi da parte di Anders Behring Breivik, nel luglio 2011, sono state impressionanti ma, nello scorso settembre, il partito di destra anti-islam ha vinto con il 16,3% dei voti alle elezioni politiche. Questi voti sono bastati per creare una coalizione di governo, per la prima volta nella sua storia. E’ inquietante la subcultura islam-fobica presente in Norvegia. Sebbene il 2013 abbia visto un numero record di domande di asilo politico presentate in Norvegia, lo Stato ha concesso solo a metà di loro (5000 persone) questo status. La Svezia, però, al contrario ha ammesso solo dalla Siria circa 9000 persone. Secondo il giornalista Simon Sætre, la potente lobby del petrolio sta cambiando le abitudini sociali del paese. Infatti ha scritto che i suoi connazionali sono stati corrotti dai soldi del petrolio, che lavorano di meno, che vanno in pensione prima e che, durante gli anni di lavoro, si danno malati più frequentemente rispetto al passato. Mentre i governi precedenti controllavano la spesa dei proventi dal petrolio, infine, ora il nuovo gruppo ha aperto ad una possibile privatizzazione che vedrebbe vendere questi pozzi ad un’azienda olandese.

Un panorama di Helsinki (ulkotours.com)

Un panorama di Helsinki (ulkotours.com)

La Finlandia. Partendo dalle comodità legate al trascorrere la vita in Finlandia sarebbe da ricordare che in estate si è afflitti dalle zanzare ed in inverno, invece, le temperature sono polari. La Finlandia è il terzo paese, a livello mondiale, per quantità di armi in possesso ai propri cittadini, solo dietro agli Stati Uniti e allo Yemen. Ha il tasso di omicidi più alti in Europa occidentale (ben il doppio rispetto a quelli del Regno Unito) ed è di gran lunga il paese che ha il tasso di suicidi più alto tra i paesi del nord Europa. Ad oggi, però, la principale causa di morte per i cittadini finlandesi è l’alcol. Un altro aspetto e legato all’economia delle aziende: Nokia, gioiello aziendale del paese, è stata divorata dalla Microsoft. Ad oggi, la Finlandia dipende sempre più dal mercato della carta, che esporta in tutto il mondo. Per fortuna, però, il paesaggio naturale finlandese presenta ancora una vastità enorme di alberi. Una volta le scuole finlandesi, poi, erano giudicate come quelle tra le migliori al mondo: a partire dal 2006, però, alcune sparatorie che avevano gli studenti come protagonisti ha portato le scuole finlandesi a scendere in classifica sia per quanto riguarda la sicurezza, sia per quanto concerne la cultura civica. Secondo un sondaggio nazionale, infine, la Finlandia è un paese colmo di tabù.

La Svezia. Alcuni anni fa, l’Istituto Svedese di Public Opinion Research chiese ai giovani svedesi per descrivere i loro compatrioti. I primi otto aggettivi che avevano scelto sono stati: invidiosi, rigidi, industriosi, amanti della natura, tranquilli, onesti, disonesti e xenofobi. A quanto pare, poi, sembra che sia disapprovato dalle persone piangere durante il funerale, preferiscono isolarsi dalle altre persone e farebbero di tutto per non condividere un ascensore con uno sconosciuto. La disoccupazione giovanile è superiore a quella del Regno Unito e superiore alla media dell’UE, l’integrazione è una sfida continua, e come la Norvegia e la Danimarca, anche gli svedesi sono contrari agli immigrati, perché sono più inclini alla violenza. C’è da ricordare, però, che la Svezia è stata una delle nazioni più sanguinarie del XX secolo, quando ancora il numero di immigrati era considerevolmente minore.

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