L'anno scorso avevo scritto un paio di raccontini divertenti in vista di un'antologia di testi incentrati sull'assicurazione. Dell'antologia non se n'è fatto più nulla, ma i raccontini erano carini, per cui li pubblicherò qui sul blog. Il primo è, come da titolo del post:
Abramo Terzi potrebbe essere definito un giovane di belle speranze nel senso che, puntando sul suo gradevole aspetto, sperava che prima o poi gli capitasse il colpo di fortuna: che so, un grande fratello, un’isola dei famosi, insomma qualcosa che gli permettesse di vivere senza lavorare. Nel frattempo si guadagnava qualche solderello il sabato, la domenica e i giorni di festa servendo ai tavoli della pizzeria sotto casa.
Una mattina, mentre andava a comprare la Gazzetta dello Sport –un po’ di cultura pure ci vuole- nel cortile del suo palazzo inciampò in una delle tante pietre dissestate del selciato, mai risistemato da quel condominio di pidocchiosi che non facevano che deliberare, deliberare, deliberare ma sborsare soldi per i lavori mai!
-Giovino’- disse uno dei due portantini dell’ambulanza mentre lo sistemava sulla lettiga per trasportarlo al CTO- fatevi pagare dall’assicurazione del fabbricato, quelli i danni a terzi sono sicuramente contemplati nella polizza.
Abramo, una volta tornato a casa col suo gambone di gesso, visto che di impresari pronti a scritturarlo per farlo diventare famoso ancora non se ne vedevano in giro e constatata la necessità di mettere insieme il pranzo con la cena -necessità pressante e non più risolvibile con il lavoro in pizzeria per l’ovvio motivo della gamba bloccata per 40 giorni salvo complicazioni- si ricordò del suggerimento di quelli del 118.
Chiamò quindi l’amministratore e, visto che nella polizza che copriva il palazzo era previsto il risarcimento dei danni ai terzi, inviò regolare richiesta di risarcimento danni alla compagnia.
Passò una settimana, ne passarono due, e non avendo avuto riscontro alla sua richiesta, per controllare se la missiva era arrivata –si sa che la corrispondenza in Italia ha tempi biblici- ed eventualmente sollecitare il rimborso, Abramo pensò che fosse il caso di telefonare.
-Pronto buongiorno, mi dica, in cosa posso esserle utile? chiese una bella voce armoniosa di donna.
Era la voce di Sara Danni.
Sara Danni aveva conseguito un diploma di ragioniera col dignitoso punteggio di 87 e, grazie a qualche amicizia di papà, ai tempi in cui accadeva l’incidente di Abramo Terzi lavorava appunto come responsabile dell’ufficio danni e sinistri.
Era una ragazza di quelle che non passano inosservate: aveva un bel paio d’occhi neri e grandi, un bel paio di mani, un bel paio di gambe, un bel paio di tutto insomma. Per strada si portava dietro i giovanotti a due a due, ma era una romanticona e fino a quel momento non aveva ancora trovato l’altra metà della mela.
Alla sua bella voce Abramo chiese:
- Pronto, danni?
- Sì, qui Danni, cosa desidera?
Abramo ebbe un attimo di sbigottimento: se uno telefona all’ufficio danni,desidera parlare con quell’ufficio, gli sembrava lapalissiano, per cui con tono di chi si chiede come si possa fraintendere rispose:
- Signorina, ma è ovvio, desidero danni.
La nostra Sara, a sentire quella voce maschia che dall’altro capo del telefono dichiarava di desiderarla, pensò che il tizio doveva essere qualche intrepido corteggiatore, si illanguidì tutta e con intonazione civettuola rispose:
- Desiderio, addirittura! Quanta fretta! Almeno si assicuri della corrispondenza della controparte!
- E’ proprio per sapere dalla controparte se c’è corrispondenza che ho chiamato; sa, attendo assicurazione.
- Ah, guardi, io per ora non le assicuro un bel niente.
- Vuole dire che non c’è corrispondenza?
- Ma come corre! E’ presto per la corrispondenza, direi.
- Presto? Ma se è da due settimane che ho fatto richiesta!
- Giovanotto, io della sua richiesta lo so soltanto ora, e questa non le dà certo già diritto alla corrispondenza.
- Ma mi prende in giro, scusi? Il diritto è bello evidente, nero su bianco, ed io pretendo il premio promesso!
- Ma di che premio promesso va cianciando? Io non ho fatto promesse di premi né neri né bianchi!
- E no, il premio al terzi che ricorre è previsto!
- Lei prevede e stravede da solo, e comunque le proibisco di rincorrermi, signor Terzi!
- Accidenti, signorina, ma lo sa che lei è un bel tipo davvero? Mi pare di parlare con un muro, mi sta scoppiando la testa!
- Se la tenga da conto la testa – rispose Sara sarcastica- che nessuno gliel’assicura! Anche se c’è il ricorso di terzi che risarcisce per danni causati da incendio ed esplosione, di sicuro non contempla teste che scoppiano!
- Signorina, insomma basta! Prima finge di non sapere, poi parla del ricorso di Terzi come se fosse una burletta! Facciamola finita con questa pantomima!
- Senta, lei sta facendo una confusione enorme, sinceramente non capisco cosa vuole...
- Io invece capisco benissimo! Capisco che tutti questi giri di parole servono solo perché danni non vuole coprirmi!
- Ma… ma come si permette!- esclamò offesissima Sara- Lei oltrepassa ogni limite sa? Io non copro nessuno, ha capito, e non le consentirò di continuare ad ingiuriarmi con queste volgarità! Villano!
E gli chiuse il telefono in faccia.
Dopo un’ora di inutili tentativi di richiamare il numero diretto dell’ufficio danni, Abramo, fuori dalla grazia di dio, pretese che gli passassero il direttore dell’agenzia, il quale, non riuscendo a capire niente nel delirio di danni e terzi del signor Abramo, così risolse la questione:
- Non si preoccupi, signor Terzi, domani le mando a casa la responsabile e così chiarirete de visu il contenzioso.
Abramo conobbe Sara e nacque Isacco, così recita un passo biblico.
Anche Abramo Terzi conobbe Sara Danni.
Solo che nacque Kevin: nel 2011 come nome si portava più di Isacco.