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Dar es Salaam (Tanzania) /Un blogger molto sveglio e la solita truffa degli occidentali

Creato il 19 luglio 2014 da Marianna06

 

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I contratti per lo sfruttamento dei giacimenti offshore di gas naturale sono il tesoro africano che rischia di arricchire sottobanco soprattutto i petrolieri stranieri.

“Chi prende in giro i tanzaniani?”.

Se lo è chiesto l’alrto giorno, in prima pagina The Citizen, uno dei quotidiani più letti di Dar es Salaam.

 L’articolo, come altri apparsi in settimana, prende spunto da rivelazioni sugli accordi sottoscritti nel 2012 dalla società statale Tanzania Petroleum Development Corporation (Tpdc) con i norvegesi di Statoil.

Intese, questo è il sospetto, incompatibili con clausole sulla suddivisione dei profitti messe nero su bianco già nel 2004.

Quel compromesso, sottolinea The Citizen, prevedeva una spartizione iniziale 50/50 che negli anni successivi avrebbe dovuto mutare fino a 80/20 a favore della Tanzania.

I nuovi accordi, però, avrebbero ribaltato le condizioni a vantaggio dei norvegesi. Autorizzati a portarsi a casa fino all’80% dei profitti dopo una fase iniziale 50/50.

A svelare il contenuto del nuovo contratto è stato Ben Taylor, blogger inglese a lungo consulente in Tanzania.

Stando ai suoi calcoli, una volta avviata la produzione il paese africano rischierebbe di perdere ogni anno tra i 400 milioni e il miliardo di dollari.

“Il governo della Norvegia è azionista di maggioranza di Statoil – ha scritto Taylor – e i guadagni extra che ricaverà dal nuovo accordo avranno un valore più che doppio rispetto al totale degli aiuti forniti alla Tanzania dai tempi dell’indipendenza”.

Secondo The Citizen, questi aiuti non hanno superato i due miliardi e mezzo di dollari. E, se le clausole del contratto fossero davvero quelle indicate da Taylor, l’erario tanzaniano perderebbe ogni anno un decimo  delle entrate su cui pensava di poter contare.

Entrate che potrebbero risolvere il problema dell’acqua, che non raggiunge parecchie città e villaggi del centro e del nord del Paese.

Insomma la solita vecchia storia di un’Africa che viene depredata e che non riesce, spesso anche a causa di una classe politica molto spesso connivente con lo straniero, a difendere quelli che sono i propri diritti.

Un plauso, invece, al blogger ben informato,che prova a fare aprire gli occhi ai cittadini sulla trappola in cui stanno per cadere.

 

           a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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