Dunque siamo sempre in zona Berlino, e giriamo ancora intorno al famigerato caffè di Cosa Nostra. Come ho accennato in risposta ai commenti di qualcuno, ieri, dopo aver pubblicato il post, ho segnalato la faccenda a quelli del Deutsches Historisches Museum, alla Disaronno, maggior produttrice mondiale di amaretto, ingrediente distintivo dell'Espresso Mafioso, e infine alla Kofler Kompanie. Nella fattispecie ai signori della società di ristorazione che gestisce la caffetteria del museo ho fatto rilevare di essermi sentito offeso dalla loro scelta di chiamare in quel modo la loro specialità di caffè e che la loro mi pareva una grave caduta di stile per un luogo prestigioso come il Museo della Storia Tedesca.
Ebbene, stamane apro la mail, ed ecco la risposta:
"Porgiamo le nostre sincere scuse e ci dispiace che lei si sia sentito offeso dal nome della specialità di caffè. Abbiamo già deciso di cambiare il suo nome per il nostro prossimo menù. Ancora, non abbiamo mai avuto intenzione di dare appellativi agli italiani e speriamo che lei ritorni a Berlino e ci venga a visitare per vedere che abbiamo preso la sua lamentela in seria considerazione. Le auguriamo una buona giornata e la ringraziamo per il suo onesto commento."Tutti fanno scelte sbagliate, in buona o cattiva fede che sia, nel bene e nel male fa parte della caducità della natura umana (ma anche marziana). Eppure penso che sia proprio in quei momenti, ovvero nel concetto di assunzione di responsabilità, che stia la superiorità di un modello culturale radicato nella mente delle persone di una determinata nazione. Così, se si è capaci di accusare un popolo se non di razzismo, almeno di superiorità per un singolo episodio, allora per un singolo episodio bisogna essere anche capaci di rendergli onore.
/continua