«Dare» e «fare», due verbi da evitare

Creato il 06 novembre 2013 da Webmonster @mariomonfrecola

Lungi da me dare insegnamenti su come scrivere un post oppure fare il professore di italiano.
Certe cose le lascio ai competenti in materia, io mi limito a segnalare un breve (ma significativo) consiglio carpito dall’ebook del buon Beppe SevergniniL’italiano. Lezioni semiserie:

dire e fare sono verbi stanchi: lavorano troppo e da troppo tempo. Perfino il mansueto Cesare Marchi, nel suo libro Impariamo l’italiano (1984), sembra non sopportarli. Giustamente scrive: «Preferite lo specifico al generico». E invita a cercare sostituti: ce ne sono.

Questa regola d’oro l’applico sia quanto scribacchio che quando discorro.

Mi sforzo per non cadere nella facile tentazione di utilizzare questi due verbi generici, aperti a molteplici usi ma per questo deboli. Dopotutto siamo nell’era di internet e di strumenti utili ad ampliare il nostro personale vocabolario ce ne sono a bizzeffa, uno per tutti il dizionario dei sinonimi e contrari di Virgilio. Se digito “dare” in risposta ottengo una lista infinita di termini, basta scegliere quello più consono alle nostre esigenze.
D’altronde, a tutti noi oggigiorno capita di redigere una e-mail: provate a stilare il prossimo messaggio senza i due verbi adescatori, vi costerà un impegno maggiore ma il risultato sarà sicuramente più elegante e coerente.

Dunque, ciancio alle chiacchiere (anzi al verbo), non mi resta che riscrivere l’incipit di questo articolo: lungi da me fornire insegnamenti su come scrivere un post oppure esprimermi da professore di italiano.

Così suona meglio, stavolta non ho dubbi 

MMo