Darfur (aka: Attack on Darfur) (aka: Janjaweed)

Creato il 12 novembre 2011 da Robydick
2009, Uwe Boll.
Argomento: il "Conflitto del Darfur" , regione del Sudan, nell'Africa subsahariana, ad oggi ancora non completamente risolto (è in vigore una fragile tregua). Come dicono le didascalie di testa, ha prodotto 2,5 milioni di profughi ed oltre 400.000 morti frutto di un sistematico, capillare genocidio attuato dagli arabi Janjawid, appoggiati dal governo, ai danni dei villaggi di contadini e pastori, i neri della regione. E' considerata la più grave crisi umanitaria del XXI secolo. Questo in breve, per approfondire leggere il link.
Nel 2009 questo grandissimo film è apparso a Cannes e, come dice la pagina wiki a riguardo, ha ricevuto recensioni unanimemente positive dai critici professionisti, alle quali oggi aggiungiamo quella, non positiva ma entusiasta!, dell'amatore sottoscritto. Non solo. Ne hanno parlato bene anche diverse organizzazioni che si occupano della difesa dei diritti umani, compreso "Amnesty International". Girato in Sudafrica ché in Sudan era impensabile per ovvie ragioni, praticamente sempre con macchina da presa in spalla e con uno stile documentaristico. Molti dei dialoghi sono stati improvvisati (e diversi attori africani quasi sicuramente non erano professionisti).
Già quanto scritto finora dovrebbe bastare a motivarne la visione. Non cercatelo in italiano, nemmeno coi sottotitoli: da noi non è uscito. Un minimo di conoscenza d'inglese e si capirà quasi tutto. I dialoghi in lingua locale sono sottotitolati in inglese. Ad ogni modo, le immagini saranno più che eloquenti.
Il film racconta di un gruppo di giornalisti americani che si recano, scortati da militari della forza di pace dell'Unione Africana, in un piccolo villaggio nel Darfur a intervistare i residenti su quanto sta accadendo. Partiranno con 3 fuoristrada, uno dei quali sarà la moneta con cui "pagare" il comandante dei Janjawid della zona al fine di passare. Nel paesaggio desertico ogni tanto qualche rada si distingue per il diverso colore del terreno; avvicinandosi si scopre che erano villaggi, ora distrutti completamente. Solo ossa fracassate o incenerite, all'aria aperta, e non c'è altro. Arrivati al villaggio le interviste testimonieranno fatti agghiaccianti. Splendide scene alterneranno i dialoghi con riprese della vita nel villaggio, accompagnate (come tutto il film) da musiche davvero bellissime che mischiano moderno ed etnico: o.s.t. composta da Jessica de Rooij, merita menzione. Sulla via del ritorno il convoglio incrocerà i Janjawid che si preparano ad assalire il villaggio. Dopo un breve scambio di pareri decideranno di tornare e cercare di fare "scudo" alla popolazione. Sarà inutile, verranno costretti ad andarsene e a quel punto il villaggio, inerme, resterà completamente in balìa degli armatissimi e feroci Janjawid, mentre i giornalisti se ne andranno, senza voltarsi, ben sapendo cosa sta per accadere alle loro spalle...

ALT! Fermiamoci qua.
Siamo circa a metà film. Di roba già abbastanza pesante ne abbiamo vista e sentita guardandolo, ma ancora il film non è andato Oltre. Potrebbe essere un gran bel pezzo di giornalismo d'inchiesta da seconda serata, musiche e regia a parte. Uno di quei pezzi che già farebbero discutere; mostrare teschi, o sentire certe parole, quasi mai alla tele è concesso. Mai invece viene mostrato quello che REALMENTE avviene in queste vicende. Tutto ci arriva edulcorato in nome di un inutile e controproducente pudore. Un conto è sentire di bambini impalati come spiedi, o spezzettati a colpi di machete come agnelli pasquali, o rinchiusi in una capanna a cui poi si dà fuoco, e un conto è vederli. Un conto è sentire di mutilazioni inferte, violenze carnali, uccisioni eseguite in ogni modo, con accanimenti persino sui cadaveri che ardono, altra faccenda è vederli. Pensate che Uwe Boll, forse il solo a poter fare un film del genere, abbia esagerato? No, ho letto anche di peggio a riguardo del genocidio nel Darfur. Pensate che i Janjawid si siano inventati qualcosa di nuovo? Falso anche questo, tutta roba non peggiore di quanto già avvenuto in Africa, in Europa e in tutti i continenti del pianeta.
Il mio parere è che queste cose vadano/debbano essere mostrate e viste, per questo ho visionato diversi momenti al ralenti, proprio per poter meglio coglierne i frame che poi troverete sotto. Alcuni di quei momenti che ho "fissato" compaiono per brevissimi istanti, fugaci quanto sufficienti a tatuare nella memoria un indelebile traccia impossibile da decantare, che come un'ombra pervade le seguenti; tutto il montaggio del film è a ritmo tambureggiante, in particolare dall'inizio del massacro durante il quale si crea orrore nella mente dello spettatore con grande efficacia.


Il senso morale del film è scritto sulle facce di quei giornalisti che, ancora non scomparsi all'orizzonte del villaggio mentre viene distrutto, somatizzano l'impotenza del mondo di fronte a quella vergogna dell'umanità. Possibile comportarsi così? Formidabile a questo punto quanto accade, e questa cosa, insieme alle terrificanti immagini, me lo fa mettere nell'Olimpo a pieno merito... Due giornalisti non si danno pace. Impongono al convoglio di fermarsi, vogliono tornare indietro, e lo faranno, insieme ad un soldato nigeriano dell'Unione Africana. Andranno al villaggio, nella speranza di salvare anche una sola vita. Il loro destino è scritto, ovvio, in 3 contro uno squadrone di Janjawid non c'è scampo, ma il film saprà inventarsi un bellissimo e commovente finale che darà senso non irreale al sacrificio dei tre uomini. Non sarà semplicemente un colpo ad effetto, che comunque non guasterebbe e non taglia il pathos spaventoso e drammatico, è un messaggio chiaro e preciso: quando si combatte contro le peggiori atrocità commesse da altri esseri umani non si fa un bilancio contabile "vite perse contro vite salvate", ma si deve fare un bilancio umano "ogni vita salvata rende nobili quelle perse".
Le vite veramente Perse sono quelle che fingono di non vedere quanto accade loro intorno.
Grandissimo Uwe Boll! Se la merita un'immagine...
Con questo, e dopo altre 2 meraviglie imperdibili come "Stoic" e "Rampage", è tra i miei registi contemporanei preferiti ormai. Dopo i 2 Cult citati, e con "Darfur" che secondo me è la sua vetta artistica tra quelli che ho visto, entra a pieno titolo nel mio Olimpo. Si sente che ha messo un gran cuore in questo lavoro, forse il più imponente tra i suoi, basti leggere gli interminabili titoli di coda zeppi di nomi per vedere quanta gente c'ha lavorato.
Ci sono persone il cui parere è diametralmente opposto al mio: propongono su youtube di censurare questo film. Gli riconosco perlomeno il merito di dire chiaramente quello che la distribuzione, non solo in italia probabilmente, sta realizzando in concreto. Come lo stesso Uwe Boll (insieme a Chris Roland, co-writer del film) ci dice alla fine anche se con parole diverse dalle mie, la Vergogna non deve risiedere nel mostrare per quel che sono fatti come questi, ma nell'aver dimostrato per l'ennesima volta che l'umanità non ha reali capacità di opporsi ad eventi di questo genere. Forse troppo violento per bambini piccoli, non dico di no, ma dalle medie in su lo farei vedere a tutti con obbligo di non voltarsi!
Robydick






















credits:
Grazie al socio e amico Napoleone, solito prezioso consigliere. Me ne ha parlato a più riprese e ha fatto benissimo.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :