Daria risponde: “I figli”

Creato il 09 aprile 2014 da Lundici @lundici_it

Sono mamma di due figli adottati, 22 e 23 anni, due bellissimi figli che io e mio marito abbiamo sempre desiderato.
Ora riguardo gli anni passati insieme, le tante gioie ma anche le tante fatiche, i tanti errori che per amore abbiamo fatto.
Adottare non e’ come partorire un figlio, io lo ho considerato diverso ma non per questo un gesto migliore o minore, sono due esperienze diverse ma della stessa importanza e del stesso carico affettivo.
Forse se ho fatto errori è perché ho troppo ragionato e spesso non mi sono messa nell’onda emotiva che questi figli vivevano e ancora vivono. Dimenticavo che loro erano adottati e le emozioni che hanno vissuto da piccoli hanno in qualche modo segnato, a volte le loro scelte. Molto spesso io è mio marito faticavamo a capire.
La loro fragilità sono nelle relazioni con l’altro, la loro paura di essere lasciati, il loro volere a tutti i costi piacere agli amici, ai fidanzati.
Quanta fatica per farli sentire se stessi, ma ora leggendo un suo articolo quante gabbie abbiamo costruito per proteggerli, ora che sono poco più che adolescenti leggo nei loro occhi questa fatica di crearsi una propria identità, che loro spesso denunciano nel fatto che sono stati adottati, ma che forse noi genitori adottivi tanto presi dal fare bene il nostro compito abbiamo esagerato, soffocato, deluso amato troppo se così si può dire.
Ora riflettendo credo che a volte bastavano i silenzi per insegnare e fermarsi ad ascoltarli, così forse imparavano da se stessi quale strada prendere.
Ora spesso mi metto dall altra parte del tavolo e ascolto, ascolto, loro parlano si ascoltano e sentendosi capiscono cosa bisogna fare.
Non è vero che sempre dagli errori si impara a volte si rischia la vita prima di imparare, come poteva succedere a mia figlia… E allora genitori cerchiamo di aprire le porte delle gabbie.
BPO

Cara mamma,
quando diventiamo genitori, naturali o adottivi, nel profondo del nostro cuore scatta una molla. Quella molla ci mette in trazione continua e ci ricorda costantemente che abbiamo una responsabilità: quella di crescere i nostri figli meglio che possiamo, dando loro tutto ciò di cui avranno bisogno, garantendo una crescita sana, una maturazione equilibrata e un futuro quanto più possibile sereno. Vorremmo vederli sempre felici e proteggerli dal dolore, quello che noi abbiamo conosciuto, vorremmo risparmiar loro ogni tipo di sofferenza dimenticando che proprio attraverso di essa si diventa adulti.


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