Un gruppo di sei amici in viaggio si ferma nei pressi di un parco dei divertimenti chiamato "Dark Ride". I giovani non sono a conoscenza del fatto che uno psicopatico, responsabile del brutale assassinio di due ragazze avvenuto anni prima, è appena fuggito da un istituto psichiatrico e ha trovato rifugio all'interno di quel luogo...E' estate, tempo di fiere strapaesane, di cinema all'aperto, di giostre, di ruote panoramiche e tunnel dell'orrore di hooperiana memoria. Ecco dunque che prendo in mano questo primigenio AfterDark del 2006, che desideravo vedere da tempo, e approfitto dell'inizio estate per parlarne. Purtroppo ne devo parlare male, molto male, poichè a dispetto di una locandina che farebbe ben sperare, il film di questo ininfluente Craig Singer ("Animal Room", 1995; "Perkin's 14", 2009), vuole pigramente scimiottare il ben più consistente, per l'epoca, "The Funhouse" (1981) di Tobe Hooper, e a questo pietoso scimiottamento si ferma. Si tratta cioè della solita solfa del gruppetto di ragazzotti ventenni, maschi e femmine, alla ricerca di nuove esperienze di sesso e di sballo attraverso le consuete canne fumate together sul van on the road again, sulle strade della grande mamma America. Il gruppetto incrocia Jonah, il pazzo criminale slasher di turno, appena fuggito con tanto di camicia di forza, come se nulla fosse, dal manicomio di massima sicurezza della contea, e per finezza di scrittura (si fa per dire, of course), uno dei ragazzi è addirittura il cugino delle due ragazzine uccise da Jonah nei bei tempi che furono. Tutto il narrato è iper-intriso, fino al vomito bulimico, di clichè di sottogenere di serie B, C, Z, e per sovramercato abbiamo anche un condimento di dialoghi insulsi, artatamente sboccati e pseudogiovanilistici, tanto per attrarre come mosche sul miele gli adolescenti brufolosi di provincia che vogliono vedere le fighette ventenni con la minigonna, un pò più puttane delle loro compagne di classe quindicenni. Il film è cioè avvolto da un puritanesimo yankee davvero disturbante, ed è proprio questo suo stile di fondo che mi spinge ad usare per controformazione reattiva, come si è notato, un linguaggio volgarotto che non è mia abitudine usare qui. Le sequenze di pseudo-sesso sono infatti utilizzate per attrarre pubblico giovane, provinciale, e sottoporlo a stimoli erotico-aggressivi seducenti, tanto perchè paghino il biglietto alla cassa. La sequenza della fellatio che si conclude in modo ridicolmente gore, è emblematica in tal senso. Il resto del film è pura e noiosa inutilità, banalità cotta, ricotta e stracotta, quasi volgare nella sua ostinazione. Il villain assassino e psicopatico è poi senza spessore, senz'anima, una vera ameba che veste una maschera da burattino che forse vorrebbe ricordare qualche lontano film di Argento, ma magari lo fa senza neppure rendersene conto. L'ambiente labirintico della funhouse, del tunnel degli orrori è allestito e fotografato in modo dozzinale, con quelle sciocche luci rosse intermittenti di cui non capiamo il senso, semprechè ne abbia uno qualsiasi. Pochissimo da dire circa il reparto effetti speciali, vacui e spenti come pochi avevo visto finora, tanto quanto il tenore della suspense, adrenalinica come un'iniezione di pentotal direttamente in vena. E' davvero vergognoso vedere come un regista si disponga a massacrare in modo così idiota il genere slasher, fregandosene assolutamente del significato storico che questo genere ha rappresentato per il cinema americano dalle sue origini ai nostri giorni. Si salvano una, massimo due sequenze floridamente splatter, che tuttavia non sono sufficienti ad evitare che la barca presto coli a picco. Cosa possiamo aggiungere sul cast? Carine le ragazze, alle quali offrirei volentieri un drink, per il resto Singer avrebbe potuto tranquillamente ingaggiare uno stormo di oche starnazzanti sortendo lo stesso effetto, nonchè spendendo molti meno quattrini. "Dark Ride": film orribilmente brutto e da evitare con cura, dedicando invece all'estate incipiente lunghe passeggiate in fiere strapaesane, o al luna park, guardando il cielo stellato sulla ruota panoramica, insieme al proprio amore. Regia:Craig Singer Sceneggiatura:Craig Singer, Robert Dean Klein Fotografia:Vincent E. Toto Musica:Konstantinos Christides Cast:Jamie-Lynn Sigler, Patrick Renna, David Clayton Rogers, Alex Solowitz, Andrea Bogart, Jennifer Tisdale, Brittney Coyle, Chelsey Coyle, Jim Cody Williams Nazione:USA Produzione: Lionsgate Films, My2Centences, Blue Omega Entertainment. Anno:2006 Durata:94
Un gruppo di sei amici in viaggio si ferma nei pressi di un parco dei divertimenti chiamato "Dark Ride". I giovani non sono a conoscenza del fatto che uno psicopatico, responsabile del brutale assassinio di due ragazze avvenuto anni prima, è appena fuggito da un istituto psichiatrico e ha trovato rifugio all'interno di quel luogo...E' estate, tempo di fiere strapaesane, di cinema all'aperto, di giostre, di ruote panoramiche e tunnel dell'orrore di hooperiana memoria. Ecco dunque che prendo in mano questo primigenio AfterDark del 2006, che desideravo vedere da tempo, e approfitto dell'inizio estate per parlarne. Purtroppo ne devo parlare male, molto male, poichè a dispetto di una locandina che farebbe ben sperare, il film di questo ininfluente Craig Singer ("Animal Room", 1995; "Perkin's 14", 2009), vuole pigramente scimiottare il ben più consistente, per l'epoca, "The Funhouse" (1981) di Tobe Hooper, e a questo pietoso scimiottamento si ferma. Si tratta cioè della solita solfa del gruppetto di ragazzotti ventenni, maschi e femmine, alla ricerca di nuove esperienze di sesso e di sballo attraverso le consuete canne fumate together sul van on the road again, sulle strade della grande mamma America. Il gruppetto incrocia Jonah, il pazzo criminale slasher di turno, appena fuggito con tanto di camicia di forza, come se nulla fosse, dal manicomio di massima sicurezza della contea, e per finezza di scrittura (si fa per dire, of course), uno dei ragazzi è addirittura il cugino delle due ragazzine uccise da Jonah nei bei tempi che furono. Tutto il narrato è iper-intriso, fino al vomito bulimico, di clichè di sottogenere di serie B, C, Z, e per sovramercato abbiamo anche un condimento di dialoghi insulsi, artatamente sboccati e pseudogiovanilistici, tanto per attrarre come mosche sul miele gli adolescenti brufolosi di provincia che vogliono vedere le fighette ventenni con la minigonna, un pò più puttane delle loro compagne di classe quindicenni. Il film è cioè avvolto da un puritanesimo yankee davvero disturbante, ed è proprio questo suo stile di fondo che mi spinge ad usare per controformazione reattiva, come si è notato, un linguaggio volgarotto che non è mia abitudine usare qui. Le sequenze di pseudo-sesso sono infatti utilizzate per attrarre pubblico giovane, provinciale, e sottoporlo a stimoli erotico-aggressivi seducenti, tanto perchè paghino il biglietto alla cassa. La sequenza della fellatio che si conclude in modo ridicolmente gore, è emblematica in tal senso. Il resto del film è pura e noiosa inutilità, banalità cotta, ricotta e stracotta, quasi volgare nella sua ostinazione. Il villain assassino e psicopatico è poi senza spessore, senz'anima, una vera ameba che veste una maschera da burattino che forse vorrebbe ricordare qualche lontano film di Argento, ma magari lo fa senza neppure rendersene conto. L'ambiente labirintico della funhouse, del tunnel degli orrori è allestito e fotografato in modo dozzinale, con quelle sciocche luci rosse intermittenti di cui non capiamo il senso, semprechè ne abbia uno qualsiasi. Pochissimo da dire circa il reparto effetti speciali, vacui e spenti come pochi avevo visto finora, tanto quanto il tenore della suspense, adrenalinica come un'iniezione di pentotal direttamente in vena. E' davvero vergognoso vedere come un regista si disponga a massacrare in modo così idiota il genere slasher, fregandosene assolutamente del significato storico che questo genere ha rappresentato per il cinema americano dalle sue origini ai nostri giorni. Si salvano una, massimo due sequenze floridamente splatter, che tuttavia non sono sufficienti ad evitare che la barca presto coli a picco. Cosa possiamo aggiungere sul cast? Carine le ragazze, alle quali offrirei volentieri un drink, per il resto Singer avrebbe potuto tranquillamente ingaggiare uno stormo di oche starnazzanti sortendo lo stesso effetto, nonchè spendendo molti meno quattrini. "Dark Ride": film orribilmente brutto e da evitare con cura, dedicando invece all'estate incipiente lunghe passeggiate in fiere strapaesane, o al luna park, guardando il cielo stellato sulla ruota panoramica, insieme al proprio amore. Regia:Craig Singer Sceneggiatura:Craig Singer, Robert Dean Klein Fotografia:Vincent E. Toto Musica:Konstantinos Christides Cast:Jamie-Lynn Sigler, Patrick Renna, David Clayton Rogers, Alex Solowitz, Andrea Bogart, Jennifer Tisdale, Brittney Coyle, Chelsey Coyle, Jim Cody Williams Nazione:USA Produzione: Lionsgate Films, My2Centences, Blue Omega Entertainment. Anno:2006 Durata:94
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