Eppure la "moda" non sembra essere una necessità "naturale" propria dagli esseri pensanti. Un rapido sguardo a un centinaio di mondi abitati della galassia mi (di)mostra che nessuno di essi ha sviluppato il significato di "moda", se non come concetto matematico/statistico. Solo voi l'applicate all'abbigliamento, ovvero alle logiche dell'apparire, come pure ultimamente anche all'elettronica di consumo. Non sarete mica di quelli che se ne vanno in giro a dire che l'iPad non è "di moda", bensì è "utile"! Quindi la faccenda si ammanta sempre più dei contorni del mistero. Perché voi sì, e tutti gli altri no? Ho deciso di indagare.
E dunque ho cercato di documentarmi. Ho provato a recuperarne le radici storiche, di quella moda propria degli uomini ricchi e dei preti che volevano ostentare il loro status e affermare la loro superiorità e la loro opulenza; ne ho inseguito gli aspetti psicologici, nella sua capacità di infondere sicurezza attraverso l'autoattribuzione di connotati estetici; ho scavato pure nei risvolti sociali, di quella moda capace di costruire identità singolari e collettive, ovvero di aiutare l'individuo a sentirsi parte di un gruppo, quindi accolto e dunque meno vittima della solitudine. E preso dallo sconforto per non avere trovato niente che mi soddisfasse veramente, sono infine arrivato a sfiorare argomenti spirituali e metafisici, che mi hanno portato a considerare sciaguratamente la moda come uno (lo?) "scopo" ultimo della vostra esistenza. Eppure anche questo non mi ha portato molto lontano.
Poi quando ormai pensavo che fosse tutto perduto e stavo per lasciare perdere, col mio telescopio mi sono imbattuto in questi: