Datagate europeo. Rete di spionaggio senza l’Italia

Creato il 03 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Photo credit: Glyn Lowe Photoworks, 1 Million Views, Thanks / Flickr / CC BY 2.0.

Datagate europeo? Secondo quanto riferito dal giornale inglese Guardian, che in questi mesi ci ha abituato a sconcertanti rivelazioni su intercettazioni e spiate degli Stati Uniti verso i leader europei e persino verso il Vaticano, anche l’Europa stessa non sarebbe “innocente” nei confronti di questa pratica. Secondo le informazioni sul datagate europeo, provenienti sempre dalla “talpa” dell’NSA Edward Snowden, rifugiatosi in Russia, i servizi segreti di Germania, Francia, Svezia e Spagna avrebbero messo a punto un sistema di sorveglianza di massa di comunicazioni telefoniche e della rete, in collaborazione con il centro di controllo di comunicazioni governative inglese. Il sistema sarebbe stato messo a punto ben 5 anni fa e l’Italia non vi figurerebbe a causa della sua “intelligenze frammentata e incapace di cooperare l’una con l’altra”. Secondo i documenti di Snowden, il Gchq britannico “aspettava una risposta dall’Aisi su una proposta di collaborazione, gli italiani sembravano entusiasti, ma ostacoli legali potrebbero aver impedito loro di impegnarsi”. Per il Guardian, questa complessa macchina per intercettazioni avrebbe avuto un consistente e fondamentale appoggio britannico, soprattutto per la consulenza riguardante il raggiro delle norme nazionali in materia di privacy e di limitazione dei poteri di intelligence. Immediata la smentita da parte del servizio di intelligence tedesco, che ha negato qualsiasi coinvolgimento in attività esulanti dalla legislazione sulle intercettazioni tedesca. Secondo l’intelligence della Germania, nel 2008 ci sarebbe stato “uno scambio con i servizi britannici ma ad un livello puramente tecnico”. Lo scoppio di questo datagate europeo ha però un punto di forza nelle rilevazioni della stessa NSA americana, che ha sempre sottolineato che lo scambio di informazioni fosse reciproco e voluto dagli stessi paesi europei. Intanto però, Germania e Brasile hanno presentato all’assemblea generale delle Nazioni Unite una bozza di risoluzione per chiedere il rispetto delle normative della privacy dei cittadini. Sicuramente il caso “datagate europeo” non si chiuderà qui.


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