Articolo molto interessante sul tema dell' azionariato popolare/(supporters trust) a firma di Marco Iaria sulla Gazzetta dello Sport(qui articolo originale sulla testata web), da tempoattento osservatore delle realtà italiane in crescita e sui probabili sviluppinel futuro delle associazioni di tifosi come risorsa per il calcio italiano.
Un club come il Bayern Monaco, spinto sul tetto del mondo dai suoi 223.985 tifosi-azionisti, è utopia in Italia. Ma qualcosa, dalle viscere del movimento, si sta muovendo. Ci sono sostenitori che gestiscono il settore giovanile (Sambenedettese e Taranto), altri che fanno integrazione (Ancona), altri ancora che hanno le chiavi del museo (Lucchese). Tutti quanti, fateci caso, tifano per squadre morte e poi risorte: è nei momenti di maggior bisogno che il pubblico si fa sentire.
All’estero gli esempi di azionariato diffuso abbondano, come abbondano le politiche di federazioni e leghe volte all’inclusione del tifo nei processi decisionali. Lo studio legale Orsingher Ortu, specializzato in diritto societario, ha realizzato uno studio per capire se in Italia è ipotizzabile una partecipazione al capitale, e in generale, alla vita delle società da parte dei tifosi. La via della Borsa è da scartare in questo ragionamento. L’offerta al pubblico di azioni del club, che diventerebbe una società ad azionariato diffuso, presenta controindicazioni: non è uno strumento efficace per la raccolta di mezzi patrimoniali da parte del club e, soprattutto, i diritti e i benefit legati allo status di socio potrebbero non essere stimoli sufficienti per indurre i piccoli azionisti ad effettuare ulteriori apporti di capitale. La strada più praticabile è un’altra: la costituzione di un’associazione che detenga una partecipazione nel club. Ovvero un mix tra l’azionariato popolare stile Bayern, Real o Barcellona e le società chiuse italiane. L’associazione dei tifosi potrebbe detenere azioni di categoria speciale, con diritti quali la nomina di uno o più amministratori, e consentirebbe un forte coinvolgimento dei tifosi nella vita della società. I vantaggi per la squadra? Esaltazione della funzione sociale della propria attività e, di conseguenza, crescita in termini di immagine e valore.
Proprio questa è la natura dei trust di tifosi nati sin dal 2010 e aderenti a Supporters in Campo, che fa parte della rete europea Supporters Direct. Ce ne sono almeno una decina, concentrati soprattutto tra Lega Pro e Dilettanti. Cinque detengono una partecipazione nel capitale sociale (Ancona, Arezzo, Modena, Rimini, Taranto), altrettanti hanno un rappresentante nel cda (Ancona, Arezzo, Piacenza, Rimini, Taranto). In tutto, tra iscritti e simpatizzanti, un universo di diecimila persone. Ci si sta muovendo anche ad Ascoli e Nocera, due piazze che vivono fasi delicatissime. "Il percorso è appena iniziato - chiosa Diego Riva di Supporters in Campo - serve una riscrittura delle regole facendo leva sulla dedizione degli ultimi appassionati rimasti sugli spalti, nonostante tutto".Marco IariaTwitter@marcoiaria1