Daumier e Toulouse-Lautrec: Il Giorno e la Notte di Parigi

Creato il 06 luglio 2012 da Alessandro Manzetti @amanzetti

L'idea di questo articolo la prendo in prestito dalla mostra tenutasi tempo fa al Palais Lumière di Evian: «Daumier, Steinlen, Toulouse-Lautrec, la vita quotidiana», divisa in due sezioni, il giorno e la notte, attraverso più di 300 opere e documenti; la vita quoitidiana della Parigi dell'800, il giorno, rappresentato dallle caricature di Homorè Daumier e le opere di Steinlen, la notte nelle mani di Toulouse-Lautrec, con le illustrazioni dei caffè, dei teatri, dei bordelli e delle prostitute. Due volti della capitale francese che le opere degli artisti hanno fotografato con grande realismo, permettendoci di vivere questi spezzoni, fotogrammi di vita reale. Originariamente questo articolo doveva essere dedicato a giornali satirici parigini come «Le Charivari» o «La Caricature», sui quali è protagonista lo stesso Daumier, con le sue celebri vignette, disegni e caricature. Ma l'idea di affiancare alla quotidianità di Daumier la notte parigina di Toulouse-Lautrec mi ha affascinato. Spero affascini anche voi, questo strano viaggio a Parigi.

Andando contro le leggi naturali, inizio dalle notte che viene catturata in alcune illustrazioni di Henri de Toulouse-Lautrec. Questa volta ho scelto di lasciare molto spazio alle immagini, rispetto ai commenti e alle parole, per consentirvi di muovervi come meglio preferite nella parigi dell'800, attraverso i colori e i disegni che ho selezionato, ma che meriterebbero un personale approfondimento, specie per i giornali satirici dell'epoca che ho citato, in particolare «Le Charivari» e la sua storia, sul quale troverete discreta documentazione in rete. Dalla politica all vita comune non c'è davvero miglior modo di comprendere l'epoca con i suoi movimenti e sussulti. Tornando per un momento a Daumier, è lui l'autore della copertina dell'articolo di pochi giorni fa dedicato al fotografo Nadar, con la sua celebre caricatura sull'aerostato sui cieli di Parigi. Più avanti troverete pubblicata una fotografia di Nadar di Daumier, così da chiudere il giro.

Henri de Toulouse-Lautrec è tra i pochi a poterci raccontare la notte parigina con grande realismo, tramite la sua grande esperienza diretta di cafè, locali, bordelli. La sifilide e l'alcolismo sono i dazi pagati dall'autore per catturare, senza eccezioni, odori e sapori autentici della parigi di fine ottocento, che spesso ci viene rappresentata imprigionata in alcuni luoghi comuni. E' senza dubbio lui a essere riuscito a conservare lo spirito della parigi bohèmien dell'epoca, nelle sue note illustrazioni e opere pittoriche, che hanno anticipato e ispirato il moderno marketing e comunicazione e la grafica pubblicitaria. Ma l'eredità di Henri de Toulouse-Lautrec non è solo circoscrivibile in questo ambito, a uso e consumo esclusivo dell'uomo moderno alla ricerca di una macchina del tempo davvero funzionante; l'autore, come è noto, ha influenzato profondamente le opere di altri grandi autori, che devono molto a Toulouse-Lautrec, come Picasso, Munch, Klimt.

Le protagoniste delle illustrazioni e litografie di Toulouse-Lautrec sono ballerine e prostitute, come le grandi vedette dell'epoca, la ballerina Louise Weber, nota come La Goulue, e Jane Avril. I soggetti scelti da Toulouse-Lautrec ci suggeriscono la sua filosofia artistica, che è alla ricerca della evasione della realtà, verso un microcosmo fatto di danze, di luci e colori. E' un modo dinamico, sia personale che artistico, di allontanare la sofferenza, senza curarsi di esporre le sue realizzazioni al forte contrasto con il perbenismo e con i clichè dell'epoca. Toulouse-Lautrec vive nella realtà questo contrasto, dentro se stesso, e lo comunica all'osservatore attraverso le sue opere, coinvolgendoci, costringendoci a una certa strana confidenza con il suo mondo.L'autore ci strizza l'occhio, e noi lo seguiamo volentieri, senza imbarazzi, nelle sue stanze rosse.


Il dialogo che Toulouse-Lautrec ci fa instaurare con l'altro, con il diverso da noi, è forte e sincero, e contribuisce a far evolvere e espandere il dialogo interiore e la comprensione della realtà; il confronto con l'altro è sempre una grande ricchezza, le opere dell'autore sono un grande veicolo in questo senso, è come squarciare i pesanti sipari del tempo e trovarci, improvvisamente, in nuovi, e vecchi, scenari. Da spettatori diventiamo protagonisti, ospiti dei locali e dei bordelli, complici di Toulouse-Lautrec e della parte meno conosciuta di noi stessi, che immaginiamo molto più piccola. Ma avevo promesso di spendere meno parole del solito, e lasciarvi alle immagini e allo loro dialettica davvero sorprendente.


Toulouse-Lautrec è splendido testimone del caos delle notti parigine, dalle luci della ribalta alla penombra e dei salotti rossi dove prostitute aspettano i propri clienti, ma l'autore propone anche, in altre opere e disegni, la vita quotidiana anche di queste donne, mentre si vestono, dormono, mangiano, ci confidano, fuori dall'orario di lavoro. Qualche anno fa, in una mostra al Vittoriano di Roma, ho avuto l'occasione di osservare da vicino queste opere, alle quali era stata data grande rilevanza, con l'esposizione di una grande collezione dedicata. Disegni e acquerelli coinvolgenti e emozionanti, della vita dietro la vita. I colori che usa Toulouse-Lautrec, specie per la realizzazione dei sui manifesti pubblicitari dei grandi locali notturni parigini, come Il Moulin Rouge, sono ispirati dalla ammirazione dell'autore per le stampe giapponesi, che influenzeranno profondamente tanti altri artisti. Anche le tecniche pittoriche di Degas, che rappresentano l'anello di congiunzione con la fotografia, con l'immortalazione del movimento delle sue ballerine, rappresentano un fattore importante della visione della realtà e dell'arte di Toulouse-Lautrec.

Ma è l'immersione completa nel quartiere di Montmartre, il suo abitare con corpo e anima in un magico universo di cabaret, di vortici di danze senza fine, di corpi nudi e volti che non nascondono discronie, il nuovo interesse verso il teatro d'avanguardia, è tutto questo a rappresentare le vera ispirazioni dell'autore, come si evince immediatamente dalle sue opere che non nascondono nulla della grande commedia umana, così vicina, attaccata ai pensieri e alla vita di Toulouse-Lautrec.

Abbandonando la notte di Toulouse-Lautrec, il profeta del giorno, della Parigi che si è svegliata dalle follie notturne, che sonda le vite e le danze del popolo, della politica, della cultura, dei ricchi e dei poveri, è Honorè Daumier, che con i suoi disegni, caricature e litografie canta il pensiero dell'epoca, anche in questo caso con grande realismo e con tante contraddizioni. Senza interpretare, da vero realista  Daumier è il suono del suo tempo, il suono complessivo che oggi possiamo ascoltare tramite le sue opere. Passare per una via affollata della pagigi ottocentesca, entrare in un tribunale dell'epoca, spostarci in treno, dalla prima alla terza classe. L'esperienza diretta di un tempo lontano che possiamo estrarre e manipolare grazie alle realizzazioni di Daumier sono infinite.

Nelle immagini che ho pubblicato a corredo dell'articolo troverete le caricature di Victor Hugo, della vita di tutti i giorni con i suoi invariabili scenari, i critici alle esposizioni (I famosi Salon) d'arte, il vociferare nei tribunali e l'astuzia degli avvocati, i sensi di colpa, il parlamento senza voce, gli asini e maiali della politica, i treni della terza classe e della prima classe, i goffi militari e la loro ridicola guerra, le doppie facce, la libertà assassinata. Tante facce della stessa medaglia, una visione sempre attuale nonostante le epoche diverse. Archetipi sociali e politici che ci inseguono anche oggi. Daumier avrebbe parecchio da dire anche di questo XXI secolo, disporrebbe di notevoli materiali per le sue vignette satiriche.


Molte delle opere più note di Daumier sono state pubblicate su alcuni giornali e riviste satiriche dell'epoca, come Le Charivari e Le Caricature. Durante quasi tutto il secondo Impero, i giornalisti del Charivari, fondato nel 1832 dal giornalista repubblicano Charles Philipon, dopo aver sostenuto venti processi sotto il regno di Luigi Filippo, e varie limitazioni, ammente e condanne da parte della monarchia, si concentrarono sul costume  piuttosto che sulla politica, ma alla fine di quest'epoca il giornale ritrovò la sua opposizione repubblicana e le sue convinzioni anticlericali. La redazione fu diretta da Henry Haret, Leroy, Philibert Audebrand, Charles Bataille e i principali caricaturisti furono Valère Morland, Paul Hadol, Darjour, Cham e, appunto,  Daumier. A partire dal 1880, Le Charivari perse lentamente i suoi lettori e nel 1893 il giornale scomparve del tutto anche se ebbe una seconda rinascita, sino alla seconda guerra mondiale, nel giornale inglese Punch, che era sottotitolato "The English Charivari".



Daumier si serve della tecnica litografica, inventata durante l'ultimo decennio del XVIII secolo, che gli consente un tratto dai contorni e dalle ombreggiature sfumate. L'ausilio della matita grassa litografica gli permette quello stile pittorico che Charles Baudelaire così commenta: "Il suo disegno è naturalmente colorato, le sue litografie (...) evocano l'idea del colore. La sua matita contiene molto di più del nero necessario per tracciare i contorni. Essa suggerisce il colore, come il pensiero; è il segno di un'arte superiore...

Nell'arco della sua vita (1808-1879), Daumier attraversa ben tre rivoluzioni e vede nascere e morire più volte speranze ed idee di libertà. Le sue caricature, ironiche e pungenti, riflettono come un grande specchio magico il clima sociale e politico del 19° secolo; il giorno non può essere dunque che rappresentato da  Daumier, i tanti giorni ai quali l'autore ha assistito come grande testimone. La sua fama come disegnatore satirico lo costrinse anche alla prigione, quando "La Caricature" pubblicherà una sua litografia che ritrae il re Luigi Filippo di Francia come un vorace Gargantua, il gigante insaziabile del romanzo di Rabelais, pronto a riempire il suo enorme ventre con le imposte sul popolo. Malgrado i sei mesi trascorsi in carcere, Daumier non interromperà la sua attività di vignettista satirico, fino al 1834 anno in cui si dedicherà a vignette su tematiche sociali. La satira è divisa in serie: I Buoni Borghesi, Professori e Allievi, Le Divorziate, Gli Scapoli, I Tipi Parigini, La Gente della Giustizia. Con queste nuove serie Daumier  illustra persone comuni con delle storie da raccontare. La sua satira non è mai volgare, ma gioca in equilibrio sul grottesco sempre focalizzato sul suo tempo, sull'uomo come essere sociale.

In Daumier il disegno è più o meno l'espressione che viene trasposta  in diverse tecniche, che sa dunque esprimersi in tutte le tecniche classiche, cosa abbastanza rara nella storia dell'arte. La fama di caricaturista ha offuscato le doti artistiche di Daumier (e  le sue opere di pittura e scultura) soprattutto tra i suoi contemporanei, in quanto allora si riteneva che l'obiettivo dell'arte non dovesse essere il divertimento. Solo l'arte postmoderna è riuscita a spostare queste prospettive e filosofie, dando piena ragione a Daumier e ai nuovi ruoli dell'arte, anche della grande arte. Oggi, con gli occhi del XX e XXI secolo, possiamo considerare Daumier come uno dei primi avanguardisti della modernità. Nei 50 anni della sua carriera, Honoré Daumier ha realizzato circa 4000 litografie, 300 dipinti, 800 disegni, 1000 incisioni e 50 sculture





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