David Cronenberg Day - Videodrome (1983)

Creato il 15 marzo 2014 da Frank_romantico @Combinazione_C

Tra i registi del mio cuore, sicuramente un posto speciale se lo è ritagliato David Cronenberg. Cronenberg mi ha accompagnato per tutta la mia esistenza di "appassionato di cinema", è stato uno dei primi registi che ho scoperto e di cui ho seguito tutte le fasi. Fasi che, arbitrariamente e superficialmente, io divido in tre: la prima, quella da regista horror di film a basso costo (b-movie), la seconda fondata sulla sviscerazione del tema della nuova carne da un punto di vista fisico, materiale, viscerale e la terza, che si spinge verso l'analisi delle mutazioni psicologiche che, spesso, accompagnano quelle fisiche ma anche no. C'è da dire che Cronenberg non ha mai spostato veramente il suo campo di indagine, c'è da dire che forse le differenze sostanziali nel suo percorso cinematografico più che contenutistiche sono formali, con l'evolversi di un certo tipo di cinema che da "a basso costo" è passato a budget più alti restando comunque di nicchia fino all'exploit da alcuni definito commerciale ma che, a mio parere, si è semplicemente aperto a budget più alti e, quindi, a un pubblico più ampio.
Ora, perché parlare di David Cronenberg oggi? Perché proprio oggi ricorre il compleanno del regista (71 anni) e Combinazione Casuale, assieme ad altri blog, ha deciso di commemorarlo. Io, per farlo, ho scelto di recensire forse il film manifesto di questo artista, uno dei suoi più complessi: Videodrome, anno 1983.

Max Renn, proprietario di una tv porno via cavo, scopre videodrome un canale pirata incentrato su assassinii e torture in diretta. Deciso ad acquistare il programma, scoprirà presto che Videodrome non è un semplice programma televisivo.  Attenzione: qualcuno potrebbe dire che in questa recensione ci sono spoiler, anche se secondo me non è così.
Videodrome è il manifesto del cinema di Cronenberg, il film in cui il regista chiarisce (per modo di dire) il concetto alla base del proprio percorso cinematografico. Concetto riassumibile con due semplici parole: nuova carne. Un indagine sull'universo mass-mediale e su come i massmedia, attraverso l'uso dell'immagine televisiva, riescano ad agire non solo sulla mente ma anche sul corpo del fruitore. Mutamenti - o mutazioni - sostanziali ma interni, invisibili. Non solo cambiano le percezioni dell'essere umano ma cambia anche il suo apparato percettivo che si adatta al mezzo. Nel film, Videodrome non è solo un programma televisivo ma sono onde radio che agiscono sul cervello umano modificandolo (un tumore) e alterando la percezione finché la percezione stessa dell'individuo non diventa la realtà. Un film in soggettiva, frammentato, in cui la mdp non mostra una realtà unica e invariabile ma i diversi gradi di percezione del protagonista, Max (interpretato da un bravissimo e inquietante James Woods), che automaticamente diventano la realtà. 

Durante tutto il film, noi spettatori non capiamo mai se quello che stiamo guardano è reale o meno. E' come se Cronenberg volesse dirci che l'immagine (televisiva, ma anche cinematografica) nella sua pretesa di onniscenza si imponga sulla realtà che è molteplice dando ad essa un senso, una direzione, una forma. In altre parole i mass media, attraverso l'immagine, appagano l'individuo (in una sorta di catarsi audiovisiva che crea dipendenza), riscrivono la realtà, impongono una finzione che prende forma. (Ri)programmano lo spettatore generano un'individuo nuovo, la Nuova Carne appunto, che vive al di là del piano fisico in cui noi esseri umani ci muoviamo (in quello che qualcuno, tanti anni fa, chiamò etere). 
Si tratta di un tipo di narrazione nevrotico. Di "allucinazioni perverse" con una pretesa di oggettività che confonde. Videodrome è un inno all'instabilità del punto di vista ma che rifugge lo stile della ripresa soggettiva. E' un film molto più vicino ad Halloween che a La Morte in Diretta. Guardando le immagini non saremo mai in grado di dire quali siano gli effetti di videodrome, quale sia la realtà e quali siano semplici allucinazioni della mente malata del protagonista. Tra l'altro il suo non è nemmeno l'unico punto di vista, in realtà. Guardando la scena di sesso tra Max e Nicki Brand (Deborah Harry), noi non siamo capaci di dire se stia avvenendo davvero o no. E' come se gli stessi effetti di videodrome gli stessimo subendo noi, che guardiamo il film. E l'immagine televisiva che si fa carne nel film (perché diventa più reale della realtà) si sovrappone all'immagine cinematografica, che noi prendiamo per narrativamente vera solo perché la vediamo scorrere sullo schermo.

Per far questo David Cronenberg ci propone un film in cui tutto quello che viene mostrato non è detto stia accadendo per davvero. Videodrome è un'opera complessa, tesa, con la struttura del thriller ma con uno stile allucinato, violento, grottesco. Un film che, al di là delle pretese, intrattiene e annichilisce lo spettatore.
Un film unico, difficile ma godibilissimo, con un finale incredibile che distrugge ogni certezza e attori in stato di grazia. Perché David Cronenberg non è mai stato semplicemente un regista. Tanti auguri, maestro.
"Morte a Videodrome. Gloria e vita alla nuova carne!"
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