Davvero enorme window shopping pre-saldi, parte I

Creato il 24 giugno 2012 da Hermes
Cari lettori, scusate se non scrivo molto in questi tempi: sto passando un periodo difficile. Ogni volta che accendo la tv mi ritrovo davanti la pubblicita dell'amaro cinar (quello vero, ma leggero, degli stilisti milanesi). Oggi è gia la terza volta. Capirete bene il trauma.
Comunque, ho una buona notizia per voi: sono riuscito a truffare mio padre (silenzio, imbarazzo, sguardi perplessi davanti al monitor). Mi spiego: con un'abile mossa l'ho convinto a farmi un rimborso spese sostanzioso e ad aggiungere una serie di clausole al contratto della paghetta (sì, la mia paghetta è regolata da contratto) che mi permetteranno di fruttare qualche soldo in più durante l'estate.
Con questa mossa mi candido in automatico a diventare successore di Enrico Bondi per la spending review, se mai se ne sentisse il bisogno.
"Ammazza, chissà quanto sarà riuscito a estorcergli, con queste mirabolanti operazioni!?" direte voi (e sicuramente userete il termine "mirabolanti"). Bene, l'incredibile cifra è..... Zuruzuzum, paraparam 65 euro! Ora, lo so che vi aspettavate qualcosa in più, qualche zero qua e là, ma questo è quel che passa il convento. C'è la crisi, ricordate! Proprio perche c'è questa benedetta crisi, anche gli acquisti vanno dilazionati. Anche comprando ai saldi, è necessario tagliare. E visto che è da un bel po' che non vi sorbite del SERIO Window shopping, preparatevi al più lungo post che la storia ricordi.
Spending review, a noi due. Anzi, a noi due + 46 followers + chiunque capiti su questo blog cercando "crudelia de mon" (la maggioranza Dei visitatori arriva così sul blog,trovandosi spiazzati di fronte a un folle post in cui la paragono a una certa "Anna wintour").
Abbia inizio l'epos. Seguiremo l'ordine alfabetico:
NB.: ho dovuto -purtroppo- fare una preselezione dei capi da portarvi in esame. Questo giusto per capire quanti desideri la mia mente consumista abbia. Avessi piu soldi sarei il volano dell'economia italiana, altro che ministro Passera.
Alexander McQueen:
1) Maglione con stampa fading, a trecce. Bello, datatissimo maglione. Le speranze sono due: o lo trovo all'outlet, oppure viene sostituito, nella lista dei desideri, dal nuovissimo, sensazionale, unico, strabiliante maglione con stampa a edera. Decisamente gotico (tutta la nuova collezione ha un che di "EdgarAllanPoe-iano", nonostante non abbia mai letto neanche un suo libro) e angosciantissimo. Il problema è che il maglione esiste solo (credo) con l'edera verde. "E coma la volevi l'edera, fuxia?". Beh, fuxia sarebbe molto carina, ma mi accontenterei di un semplice grigio. Comunque, essendo l'Ivy print dell'inverno venturo, e non avendo in programma un giro in un qualche outlet, bolliamo l' acquisto come rimandato
2) Maglione stampa cellarius. Dell'anno, anzi dell'inverno scorso. Quando l'ho visto è stato l'amore. L'estasi di Santa Teresa mi fa un baffo. Bello quanto immettibile, artistico, da conservare giusto solo per mostrarlo agli addetti ai lavori. Yoox, non mi deludere. Acquisto rimandato (a quando arriverà su yoox).

3) Camicia stampa a illusione ottica. Questa credo sia introvabile. Pertanto potrebbe essere sostituita da un'altra, di quest'estate, che coi saldi sarebbe a un prezzo più o meno ragionevole. Certo che l'illusionista (nell'immagine a sn) è molto più carina e insolita come effetto, dà una sensazione di spiazzamento e non urla "guardami sono di McQueen". Quindi? Che fare? Boh, speravo che scrivendo il post mi si sarebbero chiarite le idee, ma niente. Vuoto pneumatico.
Acquisto su cui riflettere.

4) Felpa in pelle e cotone. In grande anteprima per voi sul blog, una protagonista di questo inverno, dal sapore decisamente meno romantico e più pragmatico: la felpa nera in cotone con maniche in pelle. E' affascinante la lavorazione degradè per cui cotone e pelle si intersecano lasciando lentamente l'uno spazio all'altra, e viceversa. Peccato che sia una felpa (sono un tipo "maglione only"), che costi più di 1000 euro e che sia nera (ho scoperto l'esistenza dei colori e non me ne voglio privare).Comunque tattilmente deve essere proprio pheega (terminologia tecnica). Rimane, però, bocciata.
Menzione d'onore anche a un'inquietante maglietta lavorata con la tecnica dell'ikat, decadente e dall'aspetto corposo e tattile, come un antico tappeto persiano, o dal sapore ancestrale come un demone indiano, e un maglione in merino blu navy con nastro rosso. Certo la maglietta,quasi quasi.... NO, MATTEO NO.

Avedys: Elegante marca, anzi negozio, parigino che si fa notare per le sue buffe vetrine, in un elegante tratto di Rue Saint Honorè. Ne dovevo parlare sul post dedicato allo shopping parigino, che poi è stato procrastinato a lungo, tipo i tagli alle spese della politica. Comunque, la cosa che mi ha colpito di questo negozio sono le enormi stole in cashmere, qualcosa come 2m*1m, double face, con bei disegni. Tra le più belle sciarpe in cashmere (qualche altro nome: Cucinelli, 19Andrea's47, Hermès e Rubinacci). Assolutamente da comprare quando crescerà l'albero dei soldi che ho piantato ieri notte (me lo ha venduto un mercante in Grecia... sarà buono?).

Passiamo alla B di Berluti, con la sua "scritto belt". Un nome un programma. Le scarpe di Berluti mi stuccano un po', troppo barocche e affusolate, preferisco le (poco) più sobrie Bontoni, che nessuno in Italia sa cosa siano, e quindi mi sento ancora più pheego. In compenso la cintura incisa con caratteri che ricordano le fitte lettere ottocentesche fa la sua porca figura. Ma c'è un ma. Più d'uno, a dir la verità (bene, con questa squallida serie di rime contendo con Petrarca il ruolo per poeta italiano più disgustoso). In primis, la cinta è marrone. Marrone e basta. Io odio il marrone. Anche se starebbe da dio con un outfit tipo questo qua sopra... vabbè. In secundis costa troppo. Costa troppo soprattutto quando si è già adocchiata un'altra cinta... pathos. Ergo, Bocciata.
Momento di pausa e riflessione. Sto scorrendo davanti a me la lista dei brand di cui ancora devo parlare. Credo che questa preselezione sia stata compiuta in un modo un po' troppo approssimativo: mancano ancora 26 marche da esaminare, sviscerare come fosse una colonscopia. Moltiplicare per una media di due (sparata così a caso) pezzi per ciascuna: 52. 52 oggetti su cui scrivere 5 righe circa ognuno. Non credo di voler sapere il risultato, e mi sono rotto di fare matematica per tutto l'anno (e pensare che voglio studiare economia), quindi glissiamo su questa spaventosa moltiplicazione. Bisogna fare una scorciata ulteriore. Ma da dove partire? E' tutto così difficile! Poi l'illuminazione, sempre quella, sorge spontanea: tagliamo sul classico, chè tanto rimane sempre quello! Fatti salvi alcuni mostri sacri, si taglia sulla moda classica. Come al solito. Un po' come i pensionati. Così via le camicie su misura di Charvet, quelle della Sartoria Inglese, via anche le sciarpe di Inglese. Fuori due. Secondo passo su cui tagliare? I giovani. Anni e anni di politica italiana insegnano. Via questo, via quello! Via pure Shudy, che tanto è un sempreverde. Poi costano poco, me ne regaleranno uno i miei. Ultima decisione: scindere il post dando vita a altre tre puntate. Bene, eliminate 5 marche e diviso il malloppone per quattro, possiamo riprendere.
Bottega veneta è la prossima. Sapete il mio conflitto interiore che mi porta a decidere di non comprare i pur desideratissimi mocazzini (abituatevi al nuovo, buffo nome di queste calzature). Insomma, tutte quelle palle che mi stanno tanto a cuore del consumo consapevole. Tanto più che Tod's mi ha proposto una bella alternativa, che vedrete nel sequel di questo post. Bravo Della Valle, dopo il Colosseo ti sei messo pure a sfornare splendidi mocassini. Tu sì che mi vuoi bene. In compenso non mi sono posto limiti sull'abbigliamento, e così ho adocchiato un bel maglione di cashmere (che poi mi dovreste spiegare quanto vende il cashmere d'estate. ok, io lo uso, ma io sono pazzo...).
polso
NB per gli stylist dei negozi di moda: odio questo tipo di foto dei capi: li odio sugli umani, sui manichini ancora peggio (grave caduta di Brunello Cucinelli e del suo webshop) e li odio quando sembrano incartapecoriti. Imparate da MrPorter, che fa foto dal sapore così artificialmente naturale alle maglie un po' stropicciate e ai dettagli.
Comunque, il maglione, come vedete, ha la peculiarità di essere bicolore: sicuramente interessante e "eye-catching" (è da un po' che non faccio il fico usando termini composti inglesi, o sbaglio?), per chi vuole essere colorato ma non troppo, però non mi convince. Meglio un arancio sbiadito alla Cucinelli (attacco sbavoso in atto appena pronuncio quel nome). Poi rimane comunque un prezzo alto (molto sopra i 300 medi di un maglione in cashmere). Ergo, quasi sicuramente bocciato.
Brooks brothers black fleece, la linea di BB disegnata da Thom Browne, ha di bello un cardigan in cashmere navy con un nastro in gros-grain bianco e rosso. Un grande classico made in Scotland invitante, che ai saldi si potrebbe quasi fare. Anzi, acquisto da fare quando l'albero dei soldi maturerà (è già il secondo).

Brunello Cucinelli rispetto agli altri è un caso a parte. Ogni volta che passo davanti alla sua boutique, o sul sito, mi sento un poveraccio. Ma fa delle collezioni fantastiche. Dovrei scrivere un pezzo su questi due sentimenti contrastanti, la bellezza e la miseria (pure solo immaginaria). Sembra il titolo di un romanzo di Jane Austen, o di un brutto sceneggiato RAI. Tralasciando la fw a venire, mi concentrerei su queste sublimi polo delavate bicolore, nella variante edera e jeans, che non riesco a trovare online, che sono decisamente bellissime dal vivo:
Non proprio ciò che si definisce economico per una polo, anzi un prezzo un po' vergognoso, ma tanto tra un po' partono i saldi, no? Acquistanda.
Burberry per quest'estate si è data da fare. Una collezione che, se fossi ricco, comprerei in massa. Lo so, lo so, ho detto la stessa cosa di Dior Homme e la dico ogni volta di Brunello Cucinelli, ma del resto il bello della ricchezza è proprio che uno non si deve preoccupare troppo del vil denaro (e non deve neanche passare ore facendo cernite su cernite di cosa davvero comprare!!). Il mio ultimo innamoramento è un parka della SS con collo in rafia. L'ho capito quando l'ho visto dal vivo: la collezione mi era piaciuta, simpatico questo ritorno alle lavorazioni artigianali, ma dal vivo il taglio, il tessuto brillante e la rafia che sostituisce la pelliccia sono uno spettacolo. Ahimè fuori portata (soprattutto da quando eliminano dal sito la collezione estiva prima ancora che inizino i saldi e io non ne posso sapere il prezzo! Rabbia!). Albero dei soldi, fa' il tuo dovere!

E se il maglione col gufetto sembrava impensabile, Burberry propone, per l'uomo che non rinuncia, il maglione in cashmere e cotone con appliques di legno, di un bel color crema. Anche questo da sbavo. Per fortuna (non mia quanto del mio portafogli) la boutique di Roma non lo tiene. Ergo, non lo avrò mai.

Ultimo della maison londinese è un simpatico ed essenziale maglioncino in cashmere. Il più indossabile e anche il meno costoso. Su questo ci si potrebbe riflettere. Lo avevo visto in una pubblicità qualche tempo fa e, non trovandolo più sul sito, lo avevo dato per morto, vittima con l'unica colpa di essere finito in una prefall, una cruise o qualche altra diavoleria e di non aver ricevuto l'attenzione che meritava. Invece è tornato alla grande, prima sul sito americano (e io che spasimavo: "Perchè, perchè in Italia no!? Sigh sob") e poi disponibile anche qui nel vecchio continente! Signore e signori, in anteprima per voi, il fantastico, inimitabile, strafico maglione a intarsia con terrier scocciato e sbrodolone!
Dell'acquisto ne riparleremo.
Finisce in bellezza, questa prima puntata (muahahaha ve ne aspettano altre 4! -Sì, sono profondamente sadico-) con Dior homme. Ho riflettuto a lungo sui pezzi più interessanti (per me) della collezione (che potete rivedere qui) e ho deciso.... turututum (rullo di tamburi).... che non ne vale la pena. Tutto qui, semplice.
Bene, la prima parte della lista finisce qua. Ricapitolando i "promossi":
  1. Maglione fading o Ivy (a dir la verità rimandato), McQueen;
  2. Maglione cellarius (come sopra), McQueen;
  3. Camicia punterellata (ci devo pensare), McQueen;
  4. Sciarpa Avedys (con riserva -aka "tanto non ho soldi");
  5. Cardigan Brooks Brothers (vedi sopra);
  6. Polo Brunello Cucinelli a strisce edera e jeans;
  7. Parka con collo in rafia, Burberry (vedi ancora punto 4);
  8. Maglione con appliques in legno, Burberry (...ancora...);
  9. Maglione con terrier, Burberry (rimandato).
E non perdetevi la prossima puntata, con E. Tautz, Gucci, Hermès, Kolor e tanti altri (Sarà pure peggio di un Domenica in! con Barbara d'Urso. Uomo avvisato...)
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