Pare che Giancarlo Abete abbia detto che il nome del prossimo ct della Nazionale sarà noto a marzo. E pare che Cesare Prandelli abbia deciso di abbandonare gli azzurri all’indomani del mondiale brasiliano.
Se così stanno le cose, Brasile 2014 non si presenta troppo promettente per gli italiani. Perché in una nave in cui il capitano ha già dato l’addio i timonieri remano con più fiacca. Ed anche perché il capitano, sapendo di essere giunto alla fine del suo tragitto, può sentire molto forte la tentazione di non chiudere con un disastro, ma anche di non spremersi eccessivamente.
Certo, posso sbagliare. Perché nella notizia dell’ormai prossimo addio di Cesare Prandelli è, per ora, difficile dire quanto sia vero e quanto sia una semplice illazione giornalistica. Ed anche perché, in effetti, quando pure l’ex allenatore della Fiorentina fosse per davvero intenzionato a mollare gli azzurri, nulla gli impedirebbe di farlo puntando al gran finale. Una conclusione di quelle che, dopo il secondo posto agli europei del 2012 ed il terzo posto alla Conferations Cup, gli permetterebbero di mettere la ciliegina sulla torta a quattro anni vissuti in maniera più che dignitosa.
Però l’esperienza insegna. E dice che, quando chi è alla guida comunica di aver voglia di mollare, anche quelli che gli stanno attorno cominciano ad inserire il pilota automatico.