L’assegnazione della stanza all’arrivo in campus è affidata alla dea bendata! Intorno al campus ci sono diversi “block” e a ciascun block è assegnata una lettera. Dall’ A alla J sono gli edifici vecchi e dalla K alla P gli edifici nuovi.
Al momento del check in, tutto questo non lo sai. Non sai la differenza abissale fra edifici nuovi e vecchi, non sai che da quella chiave dipende il tuo destino per i prossimi tre mesi.
E’ tutto assolutamente casuale e, come l’estrazione del lotto, l’addetto mette la mano all’interno dell’enorme contenitore delle chiavi, mescola un po’ ed estrae la chiavetta!
E204
E204, mi suona come L316, A201 e K115. Una lettera e tre numeri. Tutto qui.
Sono completamente ignaro della differenza fra le camere e appena entro non posso che rassegnarmi al mio destino. D’altronde sono in India e di certo non potevo pretendere la suite dell’Hilton come stanza.
I bagni sono in comune con il pianerottolo, una turca e un water, la carta igienica è un miraggio e per tirare l’acqua devi riempire un secchiellino per fare scorrere l’acqua. La doccia calda è un’utopia. Mi sentivo sempre più parte dell’Isola dei Famosi, unico problema non ci sono nominations e devi rimanere fino alla fine.
La prima sera parlo con qualche Exchange e mi dice che anche a lui era stata assegnata una camera negli edifici vecchi, ma che era riuscito a cambiare. Mi mostra la sua camera e appena entro mi stropiccio gli occhi: il paradiso. Quella camera, K nonsocosa, ha tutto ciò che la mia non ha!
La mattina seguente mi presento in ufficio e con molta pazienza chiedo il cambio. “No, it’s not possible – Rooms Full” mi sento rispondere con annesso ondeggiamento della testa e sguardo schifato. Amen, mi terrò la mia stanza.
La sera stessa incontro altri studenti, appena arrivati, ai quali è stata assegnata una camera nell’edificio nuovo. Eh no, mi dico, a farmi prendere in giro non ci sto! Giorno seguente stessa scena, “No possible – Rooms Full” e ondeggiamento della testa. A volte mi verrebbe veramente di prenderli a schiaffi, non riesco a capire se lo facciano apposta o perché gli scoccia. Sono arrivato giovedì notte e per quattro mattine consecutive sono andato all’ufficio a parlare con quattro persone diverse che davano sempre la stessa risposta.
Chi mi conosce, sa che non mi do per vinto facilmente e il lunedì sapevo che, in un modo o nell’altro, avrei avuto una nuova stanza.
“I want to change the room. I’ve come here 4 times and you said there were no rooms available, but that’s not true. I am not leaving the office untill I get a new room”
Le mie parole sono state seguite dal classico ondeggiamento della testa, ma da una risposta diversa “Let’s see what we can do”.
Al pomeriggio, stavo traslocando in N-206!