Day 55 – The Food Issue

Da Thechinup

Sono stato sempre uno dai gusti difficili in termini di cibo, ma negli ultimi anni penso di essere migliorato molto.

L’India, ma specialmente la mensa del campus, sta mettendo a dura prova la mia capacità di adattamento.  Prima della mia partenza per l’India, con gli amici più cari, siamo andati a cena in un ristorante indiano a Milano; tornassi indietro, sicuramente la location sarebbe diversa.
Se colazione, pranzo e cena in mensa per tre mesi costano 3200 rupie, circa 56 euro, tanto quanto un antipasto e un secondo al Caminetto di Milano Marittima, le aspettative di certo non sono delle migliori.
La prima sera in campus, mi limito ad imitare gli altri exchange students, prendo un vassoio di alluminio e cerco piatti e posate. Ricerca vana, poiché tutti i ragazzi mettono il riso e altre zuppette varie direttamente nel vassoio. Le posate si limitano a cucchiaio e se proprio va bene qualche forchetta. Del coltello nemmeno l’ombra, ma essendo la mensa vegetariana, di carne da tagliare ce n’è ben poca. La carne è un miraggio e, se me lo potevo aspettare per il manzo, almeno un po’ di pollo qua e là mi sembrava d’obbligo. Ad onore del vero, ogni tanto un po’ di pollo “a pagamento” lo si trova.

Tuttavia, il pasto veramente ambito da noi Exchange sono i veg-noodles. Chiamarli spaghetti mi sembra un insulto, ma effettivamente è la cosa che più vi assomiglia. Ad inizio settimana, quando viene stilata la timetable dei pasti, si fa di tutto per assicurarsi di cenare in campus la sera che servono Veg-noodles, un vero e proprio non plus ultra.
Per completare la dieta di carboidrati ci sono poi i “chapati guy”, omarelli che preparano sul momento una specie di piadina, che serve più che altro per attutire il piccante. Nuovamente, chiedo venia a sua maestà la Piadina che, per un romagnolo come me, è un’istituzione.

Il traffico dell’India rende scomodo spostarsi per andare in centro a mangiare e così le “home deliveries” di Domino’s Pizza si sprecano. Almeno due volte a settimana ordiniamo la pizza in Campus e, in meno di mezz’ora, ci viene recapitata in camera. Gli ordini non sono mai inferiori alla dozzina di pizze e il “pizza man” si prende sempre una bella mancia, circa 10 rupie da ognuno di noi, per un totale di ben 2€, che, ad occhio e croce, è molto superiore alla sua paga giornaliera.

Questa è quella che in Economia si chiama “win-win strategy”: a noi la pizza, a lui il cash.

G.



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