Thechinup.wordpress.com è nato due anni fa prima della mia partenza per gli USA. La ragione principale era condividere con i miei genitori, con Giulia e con parenti e amici, quelle che potevano essere le emozioni e le esperienze che ci si trova ad affrontare all’estero. Un diario di bordo insomma, che non si limitasse ad una semplice cronaca, ma che di tanto in tanto raccontasse quelle che erano le vicissitudini e gli aneddoti più divertenti e/o significativi. L’obiettivo era anche quello di avere la possibilità di rileggere le mie avventure e poter ricordare certi episodi con il sorriso.
Il blog è nato ed è destinato tuttora a me e a pochi intimi. Conclusa l’esperienza US non avevo più motivazioni a scrivere un blog; queste motivazioni sono però riemerse una volta arrivato in Bangladesh: sentivo nuovamente la necessità di condividere il diverso, mettermi davanti al computer per catturare tutte le immagini e le emozioni che mi passano per la testa, che sono tanto più confuse, quanto più è diverso l’ambiente nel quale mi trovo.
Qualche giorno fa, casualmente, trovo un commento nello Spam. “Vorrei farti conoscere il servizio Paperblog, che ha la missione di individuare e valorizzare i migliori blog della rete. I tuoi articoli mi sembrano adatti a figurare tra le pagine del nostro magazine e mi piacerebbe che tu entrassi a far parte dei nostri autori.”
Incuriosito e lusingato decido di saperne di più.
Lo scopo di Paperblog è quello di offrire ai lettori del sito un’unica interfaccia che raccolga l’informazione sparsa nella rete e allo stesso tempo dare la possibilità ai blogger meno conosciuti di raggiungere un numero più elevato di lettori e farsi conoscere.
Inizialmente sono abbastanza dubbioso, non vedo vantaggi tangibili dalla cosa, anzi mi sembra che gli unici a guadagnare siano gli autori del sito, poiché per i blogger non è prevista alcuna ricompensa. Faccio un po’ di ricerca in rete e mi rendo conto che altri “blogger di professione” erano stati contattati.
Leggendo i loro commenti scopro che sono tutti interessati a “revenue sharing” oppure lamentano un’assenza di meritocrazia, poiché gli articoli più letti dovrebbero essere premiati. Altri ancora, hanno paura di perdere traffico nel proprio blog, perché la maggior parte dei lettori si fermerà a leggere su paperblog e non approfondirà sul proprio blog.
Sinceramente questo “orgoglio” non lo capisco, forse solo perché sono un blogger occasionale. Scrivo per me e non per gli altri, ma se altri apprezzano quello che scrivo, non ci vedo niente di male se questi leggono il mio blog, che poi lo facciano su Paperblog o sul mio blog non mi interessa.
Ho accettato la “collaborazione”, ma il mio target rimane invariato. Scrivo per voi e per me. E, se qualcuno mi contatta perché “trova la mia esperienza molto interessante, perfetta per la rubrica dedicata agli italiani che vivono all’estero.” e perché “leggendo i miei post traspare davvero come deve essere la vita nel subcontinente indiano”, tanto di guadagnato.
G.