Ddl Aprea, tutto quello che c’è da sapere e il motivo delle proteste di studenti e insegnanti.

Creato il 29 novembre 2012 da Antoniolomastro @antoniolomastro

C’era un rivoluzionario, Ernesto Che Guevara, al quale va tutto il mio endorsement, che diceva: ”Un popolo ignorante è un popolo facile da ingannare”.

Chissà perché, in uno Stato, come l’Italia, che spende complessivamente 23 miliardi di euro l’anno per le spese militari, 18 solo per l’acquisto di 131 caccia bombardieri F-35, l’unico settore che sta “sopportando” la cristi è la Scuola.

Ad “uccidere” la scuola pubblica ci aveva ben pensato Berlusconi che con la legge 133/2008, ha tagliato al nostro sistema scolastico più di 8 miliardi di euro. Circa 150.000 lavoratori sono andati a casa; effetti catastrofici come conseguenze che a pagarle sono stati soprattutto gli studenti.

Sempre dal governo Berlusconi il 3 luglio 2008 viene presentata una proposta di legge, ma subito bocciata da professori e studenti unanime. Allora come oggi furono importati le manifestazioni di protesta e la coesione studenti-insegnanti culminata nel Movimento dell’Onda dell’ottobre 2008.

Il provvedimento fu presentato dall’on Valentina Aprea, sedente tra le file del PDL, e oggi pensando di poter approfittare dell’enorme maggioranza data dai partiti al governo Monti, il decreto si appresta a diventare legge.

Ma perché gli studenti sono così irati da questo ddl? Cosa li preocupa? Cosa li spinge a manifestare e ad esprimere il loro dissenso?

Prima di tutto il ddl prevede quello che viene definito “autonomia statuaria”. Gli statuti regoleranno “l’istituzione e la composizione degli organi interni, nonché le forme e le modalità di partecipazione della comunità scolastica”, il che significa che la partecipazione degli studenti alle decisioni scolastiche verrà ridotta. Perfino il diritto di assemblea degli studenti sarà deciso da ciascuna autonomia scolastica.


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