De Dochter van de Villaggio

Da Gianni Tacchini @villaggiobirra

Ronald Mangerink. Foto www.seniorennet.be

Non ci sono birre banali nel range della De Dochter van de Korenaar, il birrificio artigianale attivo dal 2007 nella enclave belga in territorio olandese di Baarle Hertog. Storia “strana”, quella di Baarle, una piccola città nelle Fiandre composta da 24 parti separate, delle quali 3 poste in territorio belga e 20 (definite tecnicamente come exclavi) in quello olandese, all’interno della municipalità di Baarle Nassau. La sua storia risale al trattato di Maastricht del 1843, che stabilì la frontiera fra i due paesi, faccenda che si rivelò così complicata da originare questo “sbriciolamento” geografico. Il confine è così articolato che alcune case sono ancora divise tra due nazioni e in passato, quando la legge olandese prevedeva per i ristoranti un orario di chiusura anteriore a quello belga, alcuni esercizi posti sul confine risolvevano il problema semplicemente facendo cambiare tavolo ai clienti.

Come ci sono finiti Ronald Mengerink e la moglie Monique de Baat (i due titolari della brouwerij) da queste parti, e soprattutto perchè? Dopo aver venduto la propria casa in Bretagna, dove risiedevano, i due si spostano in questa enclave belga essenzialmente per due motivi: la legislazione belga è relativamente più tutelante, rispetto a quella olandese, nei confronti della vita produttiva di un birrificio artigianale e si vende meglio una birra dichiarata made in Belgium piuttosto che made in Holland (dice Ronald). Il mastro birraio è lo stesso Ronald, che comincia a 16 anni a produrre birra per passione, usando, la prima volta, farina d’avena presa dalla dispensa della madre, luppolo selvatico e lievito di birra avuto da un fornaio. Poi da lì Ronald è andato avanti, a passettini calmi e calibrati, che l’hanno portato (dopo 23 anni) fino alla scommessa/scelta definitiva di aprire, nel 2007, questo birrificio dal nome complicatissimo: il succo della figlia della spiga di grano, quello che Carlo V, sovrano del Sacro Romano Impero, dichiarava di preferire di gran lunga al “sangue” dei grappoli d’uva.

Embrasse

Robusta e relativamente vischiosa, ha carattere da vendere e consistenza non relativa; palato ricco di note maltate e di frutta rossa matura, con un lieve accenno di affumicato, e un profilo “spiritato”. Calda, relativamente morbida, ha un finale accomodante, e una persistenza correttamente prolungata. Votata come migliore birra all’edizione dello Zythos 2011. 9% alc. vol.

Extase

Double IPA, Un blend di 1kg di luppolo ogni 100lt, tra americani ed europei e dry hopping finale. Ronald ha “creato” questa armonia di aromi e sapori riuscendo a trovare il giusto equilibrio tra i malti ed i luppoli utilizzati, ne è uscita una birra dal corpo robusto ma snello nella bevuta. Votata come migliore birra allo Zythos Beer Festival del 2012. 8.5% alc. vol.

Crime Passionel

La nuova birra di Ronald, una Wheat IPA dalla grande bevibilità con le note di frumento in evidenza ma non invadenti. Bassa carbonazione, cremosa ritrova nel finale l’amaro del luppolo che la promuove a birra per l’estate..malgrado la gradazione alcoolica. 7.5% alc. vol.


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