Ora, se appartenete ancora al gruppo di quelli che relegano le attrattive della capitale olandese alla triade coffee shop, quartiere a luci rosse e museo di Van Gogh, è il caso di aggiornarsi.
Vi avevo già raccontato delle visite originali organizzate da InsolitAmsterdam, il progetto creato da due ragazze italiane che permette ai turisti di andare a cena a casa di gente del posto oltre che gironzolare per la città alla scoperta dei birrifici o di altri luoghi poco conosciuti dal turismo di massa.
E siccome io in Olanda ho fatto l’Erasmus (a Utrecht, quindi potete capire che per questo paese ho un debole nonostante i suoi tifosi…), ve ne parlo ancora.
Quando avevo 20 anni e condividevo un piccolo appartamento con due ragazzi olandesi, un’americana, una cinese e un furetto albino, del cibo olandese mi interessava poco. Anzi, del cibo in generale. Il massimo per noi era andare il martedì sera alla serata pannenkoeken (un incrocio tra una crepe e un pancake da farcire con qualunque cosa, dolce o salata, si trovi nei dintorni), dove spendendo pochi euro era possibile sfidare il destino ingoiando tutti i pannenkoeken desiderati (qui lo fanno ancora). Tenete conto che dopo il secondo c’è il coma, dopo il terzo è morte assicurata.
Ora che sono cresciuta, andrei in Olanda con occhi diversi.
Soprattutto farei un giro a De Foodhallen, il grande mercato coperto di Amsterdam, ricavato all’interno della ex rimessa dei tram De Hallen (nel quartiere di Amsterdam Oud-West) e inaugurato alla fine del 2014.
Prima era così:
Ora invece è così:
Avete presente il Mercato della Boqueria a Barcellona? O il Mercado de San Miguel a Madrid, il Borough Market di Londra? Ecco, allora avete un’idea di cosa stiamo parlando.
De Foodhallen, aperto tutti i giorni dalle 11 alle 20 (nei weekend fino alle 21) è un tempio dedicato al cibo di strada: 16mila metri quadri di pizza, spiedini di gamberi, panini, oltre a due ristoranti, un cinema, una biblioteca e svariati negozi. Qui si può fare il giro culinario del mondo, assaggiando di tutto.
E la modalità per farlo è il take away: si passa davanti a una bancarella e via, si prende un po’ di street food indiano (da Shirkhan, dove c’è lo chef Hariprasad Shetty del ristorante Izakaya), poi si assaggiano gli snack vietnamiti di ViêtView o l’entrecôte di qualità di L’Entrecôte Mobile.
Oppure potete buttarvi sulle bitterballen (polpette olandesi) di BBrood o il sushi di Friska e l’Aberdeen Angus di The Butcher (sul sito di De Foodhallen trovate l’elenco completo delle cucine presenti).
Il tutto all’interno di una struttura di inizio Novecento sapientemente recuperata rispettandone l’architettura originale, dove si può tranquillamente passare l’intera giornata bighellonando, leggendo, guardando un film e ovviamente assaggiando cucine di paesi anche molto lontani tra loro.
Ti interessa viaggiare in stile gastronomico? Dai un’occhiata a questi itinerari!