Non conosco film più dedicato a un musicista e alla sua musica. Sotto questo aspetto, De-Lovely è senz'altro un capolavoro. La vita di Cole Porter (Kevin Kline), raccontata attraverso un musical, che è anche una storia d'amore, viene scandita dalle sue canzoni e dalle fasi della sua relazione complicatissima con l'incantevole moglie Linda (Ashley Judd). Un matrimonio, quello tra i due, segnato senz'altro dall'affetto e dalla stima reciproca, ma sempre messo alla prova dalle relazioni dell'uomo, tutte a carattere omosessuale. Sicuramente, il rapporto tra Cole e la sua sposa ha il carattere di tutto, fuorché del convenzionale: tuttavia non c'è nessuna forzatura nei due personaggi, quando dicono quello è stato il loro matrimonio, che l'hanno vissuto quasi come volevano loro.
Il mondo in cui Cole e Linda si trovano a vivere la loro storia è dorato, ma non facile. La donna prova sempre a riportare il marito sulla sua strada artistica e umana, senza forzarlo mai, senza indirizzarlo: per molti sarà poco, ma l'eccellente attrice e l'ottimo regista sembrano voler sottolineare che quello - e non altro - è il modo in cui si trova ad amare l'uomo e l'artista. Questi, per parte sua, tradisce se stesso e le sue speranze molto più di quanto venga meno ai patti con la moglie: insegue le lusinghe - e ne cade vittima, con un'ingenuità maliziosa che si stenta ad attribuirgli - invece di esprimere il suo ricco e controverso mondo interiore, produce piccole crepe nella sfera della loro esistenza, anziché popolare i palcoscenici di tutto il mondo con le sue splendide canzoni. Sembra proprio Linda a garantirgli i contratti più importanti e le occasioni che daranno vita ai capolavori più celebri, quasi contro la sua volontà.