De Perfectione: un viaggio dell’anima attraverso la Liguria

Creato il 27 dicembre 2013 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Abbiamo intervistato lo scrittore Francesco Gallina, autore del thriller “De Perfectione” (Ed. Helicon), di racconti e poesie nonché amante dei viaggi e della fotografia. Ci ha accompagnato in un viaggio alla scoperta dell’animo umano e di regioni quali l’Emilia Romagna, il Veneto e la Liguria.

Buongiorno Francesco, ti ringrazio per la disponibilità e per il tempo che dedicherai a questa intervista. Potresti parlarci un po’ di te?

Grazie a voi! Ho ventuno anni e frequento entusiasticamente il terzo anno della Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università di Parma, dove vivo. Sono un divoratore di libri, fotografo per passione e soprattutto amante dello studio inteso come approccio alle diverse sfaccettature della cultura e come fonte di rielaborazione e sviluppo del pensiero. Sono autore del thriller “De Perfectione” che, a un anno dalla sua uscita ha ricevuto ottimi commenti dalla critica e dai blogger, nonché si è classificato fra i primi posti ai Premi Internazionali di Letteratura Micheloni, Pegasus, Città di Recco e Sirio Guerrieri.

Quando ti sei avvicinato alla scrittura come espressione creativa e cosa rappresenta per te?

Ho iniziato fra la quarta e la quinta liceo, periodo al quale risale la prima stesura del romanzo. Scrivere rappresenta un ottimo antidoto antistress, un toccasana insomma. Ma in primo luogo è un modo per confrontarsi con i più grandi: solo così loro possono sopravvivere e io godere di quel poco di buono che la vita ci offre. Non ho certo la presunzione di definirmi artista, ma solo dialogando con i grandi classici e attaccando la spina al cervello posso essere perlomeno sicuro di non scrivere baggianate, il che oggi secondo me non è poca cosa. Poi starà a voi lettori giudicare…

“De Perfectione” è il tuo primo romanzo. Com’è nato e di cosa parla?

“De Perfectione” nasce da una domanda: gli illuministi sono illuminati da una luce che chiarisce o accieca cancellando il limite al di là del quale si può agire? Gli illuministi del romanzo sono medici che, nella clandestinità ed illegalità più totale, hanno fondato una setta basata su un’utopia: la perfezione. La scoperta di questa setta di scienziati criminali sarà il torbidissimo punto d’arrivo di una storia che inizia nel nostro presente e vede per protagonista Giona Alighieri, un nome e un programma: Alighieri è un cognome che ci rimanda al viaggio nelle infernali viscere della terra e il nome Giona ci rimanda allusivamente al personaggio biblico divorato dalla balena. La balena in questo caso è il mieloma multiplo che nelle primissime pagine Giona scopre di avere, e in stato particolarmente avanzato. “De Perfectione” vuole dire al lettore: guarda che è grazie ad una grande scuola fatta di grandi professori che l’Italia può avere un futuro!

Il tema che fa da sfondo al tuo romanzo è il viaggio. Che cosa significa per te viaggiare? E per Giona Alighieri, il protagonista del tuo libro?

Proprio tramite quello che Giona scopre, inizia un viaggio che lo vede protagonista in tre località apparentemente disgiunte fra loro: Padova, Montallegro, Grazzano Visconti. Ma questo è solo un viaggio, il più grande, quello che attraversa le pagine centrali del romanzo e che è conseguenza della sua illimitata curiosità, l’unico motore galvanizzatore della sua vita. Poi ci sono i continui spostamenti che fa nella sua (e mia) amatissima terra: la Liguria. A Genova Brignole vive Giona, a Genova Principe i genitori di Giona sono trucidati, a Genova Nervi e Voltri Giona ama distrarsi nei mastodontici giardini della nobiltà del passato, a Genova Sant’Ilario c’è una delle scuole in cui insegna, a Genova Staglieno visita il cimitero monumentale perché lì è sepolto qualcuno di molto importante per lui. Anche Montallegro si trova in Liguria. Insomma, la Liguria e il suo mare impregnano tutto il romanzo e il viaggio per Giona diventa un modo per staccarsi dalla sedia su cui corregge i compiti e vivere, finché è a tempo. Questo è infine un viaggio di formazione, di crescita interiore, è un viaggio dell’anima. Anch’io ero come Giona fino a pochi anni fa, perché avendo un grave problema di salute non potevo viaggiare granché; ora, essendosi risolto in gran parte, ho l’opportunità di viaggiare, opportunità che mi è data soprattutto dai concorsi letterari. Non sono mai stato all’estero: prima voglio cogliere ogni piccola sfumatura dell’Italia, a quel punto si vedrà. Dei luoghi mi piacciono i dettagli, gli angoli meno battuti dai turisti e la loro storia. È anche così che nascono i miei racconti.

Sei un giovane di ventuno anni. Come stai vivendo questo periodo di crisi economica e di cambiamento del tuo paese?

Lo vivo senza tanta indignazione. Odio gli indignati. Se ci troviamo nella situazione in cui ci troviamo, la responsabilità è un po’ di tutti, di noi e forse un po’ di più di chi ci ha preceduto. Dato che dalle radici storte nascono piante storte, sarebbe bene proprio ripartire dalla scuola dove il bambino cresce e, perché cresca bene, dovrebbe essere guidato da persone che sappiano fare il loro lavoro e oltre alle nozioni base pur indispensabili, insegnino a usare la propria testa e il valore della parola, della dignità, delle scelte e delle loro conseguenze, della responsabilità e del libero arbitrio, che non è scegliere fra dieci magliette la più bella, ma ad esempio scegliere in quali ambiti fare i tagli in politica. Si parla di crisi economica, ma dato che l’economia è un prodotto dell’uomo e del suo pensiero, io parlerei più di crisi di pensiero.


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