De rouille et d’os: la recensione

Creato il 25 giugno 2012 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

Confrontarsi con un film di Jacques Audiard è come salire volontariamente su un ring, coscienti e pronti ad incassare una raffica di colpi bassi che fratturano e rigenerano. Così è stato nel 2009 con Il profeta, e così è con il suo ultimo capolavoro De rouille et d’os, che, interpretato brillantemente dall’accoppiata Marion Cotillard e Matthias Schoenaerts, ha scandalizzato il Festival di Cannes 2012.

Sul grande schermo, una storia d’amore vigorosa e lancinante, che suscita uno shock prima che commozione. Ali, bellimbusto iroso e tutto d’un pezzo, si trasferisce col figlioletto di 5 anni dalla sorella, cassiera in un supermarket ad Antibes. Trova lavoro come buttafuori in una discoteca e qui, galeotta una rissa tra clienti, conosce la bella e sfuggente Stephanie, ammaestratrice di orche marine presso l’acquario della città. Ma un giorno, durante un’esibizione pubblica, un’orca invade e distrugge la sua postazione e la giovane donna si risveglia all’ospedale con le gambe amputate dal ginocchio in giù. Un evento tragico che condurrà queste due vite e due solitudini ad incrociarsi di nuovo, e per sempre.

Jacques Audiard ci regala quello che, senza se e senza ma, possiamo definire uno dei più bei film dell’anno. Un’opera densa, pastosa, ostica e ostile, amabile e dolce… continua a leggerla su www.cinemaerrante.it cliccando QUI



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