- Una giovane&innamorata coppia con meravigliose intenzioni
- Un wikkend romantico nella casa (libera) dei genitori di Lui
- Un suocero invadente
- Un finto e inutile impegno
Mescolate pure a casaccio e senza criterio alcuno. Il sugo è pronto.
Un mese fa circa, dopo vari incontri/confronti coi suoi e incastri di impegni vari, Lui chiede alla madre:
- Allora siamo d'accordo, l'11/12 dicembre ci andiamo io e Nina a casa in Umbria? -
- Si si, tanto papà si fermerà giusto sabato mattina che sta organizzando la festa di Sant'Ambrogio e poi vi lascia casa -
Ottimo! E quando hai tale prospettiva davanti le settimane scivolano leggere al pensiero del wikkend d'ammòre che ci aspetta e perdippiù a gratisse. Nessuna nuvola all'orizzonte, solo tanta voglia di spassarcela e di staccare da Tutto&Tutti.
Piccolo compromesso da accettare: andare a trovare la nonna e, as usual, ormai ci scommetto, sorbirmi la pasta scolata e condita con il burro (che sono vegetariana e solo questo mi merito) e ammirare Lui mentre si sfonda di fettuccine hand-made col sugo di salciccia casareccia, secondi di carne mista del fattore del paese (no, non è un errore, ho messo la I apposta, 3 tipi di carne diversa) e qualche verdurina dell'orto (che sono vegetariana e solo questo mi mangio, ovvio).
Ma posso sopportarlo con stoica pazienza se quello che mi aspetta è Io&Lui con contorno di:
- gitarella in qualche paesino rustico a respirare l'aria del natale e a fare fotine,
- cenetta al ristorante,
- after dinner al localino dove fanno musica dal vivo: Noi&un drink in mano, con lo stato d'animo tipico della vacanza,
- finire la serata a casa, tutti gnudi e in grazia de dio,
- cominciare la domenica magari così com'è finito il sabato,
- poi fare il cazz che ci và: senza programmi, a improvvisare,
- in una parola: L.i.b.e.r.i.
Questo era quello che credevo, fermamente, i sette comandamenti della mia religione, o i sette ingredienti della mia ricetta, fate voi. Non chiedevo altro, lo giuro. Che per noi giovani squattrinati, che ci è saltato il capodanno a Berlino che l'aereo costa troppo, nun se po' fa, già questo và più che bene.
O te la fai prendere bene, che in certi casi, come dire, è un po' lo stesso.
Ecco qua invece com'è andata. Veramente:
Fino alla pasta scolata e al trionfo di carni miste su letto di olio, tutto uguale. Tutto esattamente come da programma. Mapporca di quella zozza. Le variazioni sul tema ci sono state da metà pranzo in poi.
E precisamente quando il padre di Lui ha pronunciato la seguente bestemmia:
- Stasera misà che mi fermo a dormire. -
Detto senza batter ciglio e col sorriso giulivo di chi ti sta facendo un favore che quasi quasi ti insinua il dubbio che dovresti anche ringraziarlo. Macche bella sorpresa suocero! Stai con noi, ci facciamo compagnia! Ma convinto eh! Senza l'ombra di una remora, o di uno scrupolo. Nada. Nisba.
E' partito l'embolo e il cervello è andato in carenza di ossigeno. Non c'ho capito più niente.
Voglio moriiii. Sparatemi adesso, tanto non sentirò alcun dolore.
Ha avuto, però va detto, la cortesia di addurre una validissima motivazione:
- Zio Mario deve portarmi l'olio ma stasera torna tardi da Milano e così lo carichiamo domattina -
Lo carichiAMO? Zio Mario? Ma che è tutta sta gente, tutti sti impostori, sti maledetti invasori?
Dov'è finito Io&Lui, la mini-vacanza, il sesso cominciato in cucina e finito in salotto, passando per il bagno e per la camera? Dove il libero arbitrio, lo svacco, il divertimento, il faccio come me pare tanto casa è libera? Dove il c'era un accordo, se non sbaglio, tu lo sapevi da un mese? E il rispetto?
Quand'ecco che qualcuno dillassù ascolta le mie suppliche interiori e ci viene in soccorso sotto forma di Zio Mario che chiama annunciando il suo ritorno anticipato. Evvai l'abbiamo scampata, penso.
Ma stò talmente tanto tesa e con il grugno fisso, che non riesco neanche più a spiccicar parola e così esco a fumarmi una sigaretta e a farmi tagliare la faccia dall' aria gelida e dai pinguini amici, che spero mi aiutino a ripigliarmi un po' e a liberare la mia mente dalla fitta nebbia di improperi e anatemi che sto scagliando a profusione su (in ordine di apparizione):
Il suocero, la vita in generale, il destino beffardo, l'ironia della sorte, la maleducazione, l'invadenza dell'umana stirpe, Santambroscio, Zio Mario e le sue taniche d'olio, la mancanza di tatto del genere umano tutto e avanti così di questo passo, senza soluzione di continuità.
Poi ho un ricordo confuso del dopo: Lui che esce, mortificato, addolorato, crocefisso, che quasi si prostra ai miei piedi implorando perdono. Poraccio, non ce poteva crede manco Lui che il padre non se ne và lo stesso perchè la sera è stato invitato a un concertino Jaaazz e gli farebbe taaanto piacere esserci. Sta vivendo una seconda giovinezza, il suocero. Niente in contrario ma vattela a vivere da qualche altra parte, dico io, proprio qua e proprio stasera? Perciò agli improperi di prima ci aggiungo anche i musicisti jaazzzz!
- Sempre se non rovino i vostri piani -
Naaa perchè dici così? Hai fatto molto di più caro suocero..li hai proprio mandati a puttane! Direttamente e senza passare per il via. Uccisi così, sul nascere. Manco il tempo di guardarli crescere spontaneamente, sti piani e vedere che forma avrebbero preso da soli.
Ed è a quel punto che prendo la decisione, anzi è lei ad afferrare me.
- Sai che c'è di nuovo? Sticazzi! Torniamocene a casa che a me di condividere lo spazio con tuo padre e dormire sul lettino singolo di quando eri piccolo non mi và proprio. Nossignore. -
Diobbono che incazzatura, ho passato mezzo viaggio di ritorno a maledire tutto, pure la festa de Santambroscio. Di 7 ore che siamo stati fuori casa, 5 le abbiamo trascorse in macchina e tutto per niente. Non serve che aggiungo altro vero? Mi può rodere ancora il culo per questo fatto?
Se ci ripenso...spaccherei tutto. Emmenomale che un tetto sulla testa ce l'abbiamo, dove dare libero sfogo al nostro desiderio d'intimità e amore (e di genitorialità), emmenomale che conviviamo, che se eravamo fidanzatini, bella incul...ops scusate mi stava partendo il francesismo, volevo dire fregatura. Emmenomale che sappiamo andare oltre gli ostacoli e ritrovare l'armonia persa.
Emmenomale che alla fine di tutto siamo riusciti comunque a voltar pagina e a divertirci.
A fatica, và detto, ma ce l'abbiamo fatta. Un bel 10 a noi, cum laude.
Morale della favola:
Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco.
Non è tutto oro quel che luccica.
Dai diamanti non nasce niente, dal letame (Merda!) nascono i fiori.
Tanto và la gatta al largo che ritorna col pattino. Che brutta fine.
Chi era quello che diceva: onora il padre e la madre? Come no! Vieni a dirlo a me se c'hai coraggio. Daje! Adesso! Ma a chi la racconti... vedi d'annattene và... lasciamo perde che non è giornata...