Recensione
- Autoprodotto
- Anno: 2015
Sotto il cielo buio di Rauma, risplende tra i boschi suburbani un diamante, la cui luce dipana un’effimera energia, da spiazzare il fumo delle industrie nella zona portuale.
E non soltanto dal 27 marzo, ma da quando Mia Skön, dieci anni, fa debutta con l’ep “pilota” Dead Girl in versione DIY, stile che oltre a calzarle come un guanto battezza la sua crescita.
Album, questo, impegnativo e verace, classico e ben realizzato che conferma, una volta ascoltati su bandcamp i precedenti, la realizzazione artistica indipendente da qualsiasi altro cliché.
Già lo si intuisce dall’epos che si impone nell’ouverture di War Bonnet, in cui Lauri Palonen si presenta felicemente nella sua versatilità tonale. Non è affatto un album scontato, e così continua da Heather in avanti: accordi severi raddolciti da arpeggi stranianti scuotono i luoghi comuni che allontanano i paragoni dagli oramai lontani Sonic Youth.
A mio parere, all’interno della cornice delle canzoni, si combinano diverse reazioni da elementi molto basici ed è proprio in questo che la riuscita dell’album in questione vive, respira e illumina l’ascoltatore.
C’è un motivo che porta a riascoltare più volte i 10 veri e propri diamanti estratti dal quartetto finlandese: il sottile e intrigante fascino dell’innamoramento.
Ottimo il mixaggio di Markus Pajakkala e la registrazione di Vesa Sillvan che probabilmente saranno confermati per la prossima uscita, in gennaio, di un ep necessario per chiudere l’enciclica saga. Questo ha il significato di un asso di diamante e ben altro..
TRACKLIST
1 War Bonnet
2 Heather
3 Only let it be no war
4 Another girl Done Gone
5 How Long
6 God’s great Blow Job
7 Beyond Your eyes
8 Library man
9 Sea Blind
10 I’m Going To Stop Killing And Start Giving Birth
LINE-UP
Mia Skön – voce , synth e chitarra ritmica
Lauri Palonen – Chitarra solo
Kosti Uusi-Kartano – Basso
Karoliina Laukola – Batteria, cori