"Ho la stessa voglia di vincere e le stesse ambizioni", confessa al Daily Mail. La passione di sempre e l'aver capito fino a dove si può arrivare, il limite che non va superato. "Se la gente vuole dire qualcosa, lo dica. Io ho affrontato i miei tre anni di squalifica. Se c'è qualcuno che crede che avrei dovuto ricevere una squalifica più lunga, lo pensi pure. Se qualcun'altro è dell'idea che avrei dovuto avere di meno, uguale. Me ne sono stati accordati tre e li ho scontati". Un'assenza lunga per lui, che inizialmente non ha più guardato partite, per poi non perdersene una l'anno scorso, sia di Premier che di Championship: "Non come preparazione, ma perché amo il rugby". E tutto quanto fa da corollario: l'ambiente degli spogliatoi, il cameratismo, lo spirito di squadra. "Non ne ho fatto parte negli ultimi anni e mi sono mancati moltissimo. E' bello farne nuovamente parte", soprattutto se erano già trascorsi 20 anni dedicati alla palla ovale.
L'obiettivo di Richards è quello di rendere i Falcons ancora una volta protagonisti del rugby inglese, al di là del tempo necessario per arrivare allo scopo, che possa richiedere uno o più anni. Contento per il successo ottenuto dagli Harlequins, Richards guarda al 31 agosto, giorno che segna l'inizio del Championship. Il 12 aprile 2009, giorno del quarto di finale di Heineken Cup contro il Leinster, è lontano.