Una delle poche cose buone è che, archiviate le spiagge, riapre il Sinister Noise. Questa volta però per me l’inaugurazione della stagione satanista rischia di saltare perché sono troppo impegnato a lottare con i postumi di un venerdì sera oltremodo fuori controllo. Il Conte Max (da sempre il mio personale spirito guida Dickensiano) mi strappa all’overdose televisiva di sport e mi riporta alla ragione del rock’n’roll. E quindi, mentre tutti i grandi patrioti d’Italia si riscoprono d’un tratto ferventi tennisti, noi ci si avvia al locale di Via dei Magazzini Generali per la serata d’apertura del cartellone 2015/16.
Il menu prevede due band della sempre ottima Tee Pee Records, nella fattispecie si tratta di Joy e Death Alley per l’occasione coadiuvati in apertura da tali Edward Johnson & The Great Escape ossia una delle poche band che mi mancano del sottobosco romano. Di questi ultimi sapevo poco prima e so poco anche dopo, dato che al mio ingresso in sala la band si sta di fatto già congedando. Non credo mancheranno occasioni, sta a loro più che altro, a me sempre in giro mi si trova. Giusto il tempo di prendere il birrino d’ordinanza e la band che prende il nome di Joy sale sul palco. Originari di qualche parte della California, sono il classico gruppo da Sinister Noise. Tipico heavy psych elettrico, dilatato ed hendrixiano (un po’alla maniera dei Radio Moscow), lo show è formato da quattro/cinque pezzi piuttosto lunghi costruiti tutti in maniera piuttosto simile: prendi un‘idea la sfrutti il più possibile poi una bella rullata di batteria e parte un altro riff. Il cantante/chitarrista fisicamente mi ricorda un mio collega in costante depressione, nel complesso mi piacciono abbastanza anche se la voce è un po’ penalizzata e poco intelligibile. L’unica cosa che comprendo con una certa chiarezza è l’annuncio di pubblica utilità durante il quale viene fatta esplicita richiesta di erba, sostanza di cui tizio sembra soffrire parecchio la mancanza.
Al cambio di palco corrisponde anche un netto cambio di sonorità, i Death Alley sono una band di Amsterdam che propone un rock and roll bello tirato in continuità con roba tipo Glucifer/Hellacopters e tutta quella stirpe di band nord europee che allietavano le nostre serate negli anni a cavallo del cambio di millennio. Lo show proposto è la riproduzione integrale del loro ultimo (presumo anche unico) album Black Magic Boogieland, unica variante l’aggiunta di una riproposizione di Motorhead (il brano) in cui si coglie l’occasione per ribadire l’apprensione della comunità metallara per uno dei suoi totem più preziosi che al momento non pare passarsela benissimo. Per quanto di fronte ad un pubblico esiguo la band non sui risparmia in alcuna maniera ed è davvero piacevole avere a che fare con gente che ci crede così per sul serio; alle volte quello che può fare la differenza tra una band è un’altra è proprio questo: nessuna atteggiamento dimesso ma una fortissima dose di convinzione ed esibizionismo sono la chiave del loro live show. Lo spettacolo mi prende benissimo e alla fine compro il cd, anche perché i gruppi che hanno la parola death nel nome li devi supportare sempre e a prescindere. Provo anche di scambiare due parole con il batterista ma non mi sembra essere in grado di connettere, accenno un saluto per ben due volte ma il tizio è proprio da un’altra parte, meglio lasciar stare. Poco male, ancora una volta un ottimo inizio, bentornato Sinister Noise e bentornato acufene, da quello che sono le prime anticipazioni (Karma To Burn e Fatso Jetson tra gli altri) sembra proprio che sarà una gran bella stagione.