Debiti degli iscritti, la situazione delle Casse previdenziali dei tecnici

Creato il 16 dicembre 2015 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

Tra crisi e cronica mancanza di lavoro, la situazione debitoria dei professionisti iscritti alle casse di previdenza private sta diventando sempre più complicata. I dati diffusi ieri da Il Sole 24 Ore certificano le difficoltà che i liberi professionisti incontrano nel mantenersi in regola con il versamento dei contributi previdenziali alle casse.

Il fenomeno “nuovo” è la morosità dovuta alla scarsa liquidità disponibile che si affianca all’evasione volontaria e che è tutt’altro caso. In quest’ultimo scenario l’Adepp si è già attivato, stringendo un accordo con Equitalia per rendere più rapide ed efficaci le operazioni di riscossione dei debiti non onorati. Di tutt’altro tenore, invece, è il problema di chi, pur volendo rimanere in regola, trova oggettive difficoltà a rispettare le scadenze di versamento a causa del perdurare della crisi che morde la libera professione.

Per questa tipologia di morosi “involontari” sono diverse le strategie messe in campo dalle diverse casse previdenziali, come conferma lo stesso numero uno della CIPAG, la cassa dei geometri, Fausto Amadasi che al quotidiano confindustriale illustra la linea: “creare le condizioni ottimali per generare opportunità di lavoro dei geometri tramite la sottoscrizione di apposite convenzioni con i Comuni”.

Forse, la soluzione più semplice sarebbe quella di abbassare i minimi richiesti. Ma su questo sempre il presidente della CIPAG non è d’accordo: il minimo alto è garanzia di avere a fine carriera una pensione decente. In ogni caso anche i Geometri, che forse meno delle altre categorie tecniche sono stati colpiti dalla crisi del settore edilizio, mostrano segni di sofferenza. “Prima la contribuzione dovuta e non versata era di circa 100-150 milioni di euro l’anno”, continua Amadasi nell’intervista, “e buona parte di questa cifra veniva poi sanata verso la fine della carriera”. Oggi la morosità tra i geometri è salita a cifre elevate, che superano i 600 milioni di euro.

E proprio sulla situazione dei professionisti tecnici si nutre grande speranza sul prossimo c.d. Jobs Act degli Autonomi, che introduce anche significative novità come il congedo parentale, la sospensione del versamento dei contributi in caso di malattia e le garanzie per la maternità.

E la situazione di Ingegneri e Architetti? Su quasi 170mila iscritti attivi e 25mila in pensione, INARCASSA presenta entrate contributive di poco sopra al miliardo di euro e vanta crediti contributivi totali di 619 milioni, avendo a disposizione un fondo di svalutazione di tale voce che ammonta a 180 milioni.


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