Debora Barnaba: un delicato cuore messo a nudo

Creato il 13 novembre 2013 da Wsf

La sfera microcosmica e privata dell’uomo si trasforma spesso in una esperienza universale: non è quasi mai un errore, soprattutto se tale trasformazione è volta a comprendersi capendo ciò che ci circonda. In questa particolare direzione sembra andare la fotografia di Debora Barnaba: svelarsi e scoprirsi, corrisponde a svelare e scoprire un mondo femminile che si riflette ed influisce anche sulla sfera maschile.
Le foto sono attimi pieni di estetismo comunicante, opera di un delicato cuore “mis à nu”.
Ogni selezione esprime una precisa idea, che si evolve cronologicamente scatto dopo scatto e che porta a procedere insieme all’Artista in ragionamenti esteticamente incantanti, ma che dis-incantano e ci costringono a giungere ad una personale conclusione e traduzione delle foto.

“His Lunch” è un set che rappresenta schiettamente il sentimento, che prova una donna, dopo essere stata “divorata” e sventrata da un uomo a cui s’è concessa nuda, senza veli. Il cibo gradualmente sventrato; una bottiglia ed un calice ormai vuoti; poche briciole sul tavolo; ed un corpo che si accartoccia e si scartoccia, sono quello che resta del Suo passaggio.

“Kissing” è un riferimento alla violenza che può essere generata “dal fraintendimento di un bacio”. Il rossetto, che è una metafora del Sangue, in certi punti del corpo lascia lo spettatore emozionato dalla crudezza e dalla sensualità celata dal forte estetismo.

“Empty” e “Places” invece sono magnifici esempi di fotografia che riesce a comunicare e trasmettere emozioni, anche privandosi della presenza di figure “umane”.

Sei spesso protagonista delle tue foto, come mai questa scelta?

È nata per caso, inizialmente mi era difficile trovare qualcuno disposto a posare per me, mi piace molto lavorare di notte, e anche per una questione di costanza. Per poter capire fino in fondo il corpo e il suo modo di comunicare ci vuole una gran continuità nello sperimentare e difficilmente si trovano persone disposte a scavare così a fondo per così tanto tempo.

Cosa rappresenta per te la fotografia?

E’ il mio modo di comunicare, di parlare. Di dire qualcosa al mondo.
Ho sempre disegnato e per questo odiato la fotografia, fino al momento in cui, passata alla pittura, mi sono ritrovata senza soldi, tele e colori. Quindi ho iniziato a fotografare quello che avrei voluto dipingere: corpi e quindi me stessa.
Da lì è nata la passione: il mezzo fotografico non rende meno importante un contenuto rispetto alla pittura.

Che valore dai ad un corpo nudo? Da cosa nasce l’esigenza e la voglia di privarsi di veli davanti all’obiettivo?

Il corpo nudo è meraviglioso, mi ha sempre intrigato capire i movimenti, gli slanci del corpo. Il modo di esprimere quello che si ha dentro se lo si sa usare. Ho fatto anni di nuoto sincronizzato che mi hanno insegnato ad usarlo per poter dire qualcosa, comunicare attraverso di esso. E’ stata una scoperta stupefacente. Scelgo il nudo nel mio lavoro per togliere qualsiasi idea di gusto, moda, classe sociale e tempo storico a cui fare riferimento. Voglio essere universale, un corpo nudo lo è. In un corpo nudo ci siamo tutti, di qualsiasi classe o gusto, o epoca storica.

Molto toccante è la serie di foto intitolata “Kissing” (2010), da cosa è nato il set?

E’ nata per caso, baciandomi con indosso un rossetto rosso un ginocchio. Lì ho notato un segno, e mi è piaciuta subito l’idea di poter segnare il mio corpo con i baci. E’ stata una forte esperienza, mi segnavo baciandomi, ma con la curiosità di vedere fin dove ci si potesse baciare. Volevo scoprire i miei limiti fisici. Mi sono accorta che ne abbiamo molti. Che possiamo baciare pochissimo di noi stessi. Ma non è stato un atto di amore verso me stessa. Erano baci usati per segnare, non per apprezzare o amare.

Quali sono le sensazioni che ti spingono a prendere la macchina fotografica tra le mani e iniziare a scattare?

Di solito sono forti emozioni, che mi porto dietro da tempo. Per arrivare a pubblicare una serie ce ne sono moltissime altre di studio in precedenza. Ma quello che deve arrivare alla fine non è uno sfogo personale, quanto una elaborazione di emozioni e stati d’animo. Ne devo uscire e vederle da fuori per poterne parlare in modo meno personale e più universale possibile.

Ci sono fotografi che ti hanno ispirato particolarmente, o personaggi del mondo fotografico di cui hai molta stima?

Sicuramente! Moltissimi mi ispirano e mi piacciono particolarmente. Andiamo da Newton, a Mapplethorpe, a Friedlander. Fotografi molto diversi che mi danno forti emozioni. E’ importante per me studiare il loro lavoro, rielaborarlo, assimilarlo e farlo mio.

Che impatto noti nel pubblico a cui proponi le tue foto?

Reazioni molto diverse: c’è chi si sente parte del lavoro, preso da quello che vede, da quello che esprimo, lo sente proprio. E c’è chi mi vede come una narcisista che non fa altro che scattarsi per sedurre lo spettatore. Dipende dalla sensibilità delle persone.

Il valore estetico delle tue foto è molto curato. Cosa percepisci come Bello e cosa come Brutto?

Mentre lavoro non me lo domando, cerco l’armonia. Credo che sia questo a rendere qualcosa bello o brutto. Non credo che possa esistere una definizione reale di bello o brutto. Credo che si distinguano per questo. L’armonia è fondamentale nel mio lavoro. Anche se ci sono contrasti devono essere comunque armonici nel contesto.

BIOGRAFIA

Debora Barnaba, artista e fotografa, è nata a Milano nel 1985 e risiede attualmente a Varese. Oggi è rappresentata internazionalmente dalla galleria di arte contemporanea Theca Gallery di Lugano. Dopo aver frequentato studi artistici in disegno e pittura si accosta da autodidatta al medium fotografico che, dal 2006, diviene la sua principale forma espressiva. È allieva di nomi prestigiosi quali Maurizio Montagna, Roger Weiss e nel 2009 di Oliviero Toscani, con cui collabora alla realizzazione di un progetto riguardante la città di Firenze, poi pubblicato nel catalogo: “Santo Spirito”. Nel 2010 la rivista “il Fotografo”, importante testata di settore, le dedica la cover story e pubblica la serie completa di scatti della performance Kissing. Nello stesso anno l’Università di Bologna la invita a tenere una lezione riguardante il suo lavoro sul corpo attraverso fotografia e performance. Nel 2011 esce la sua prima monografia “Visioni del Vuoto: Varese”, un catalogo, comprendente i testi critici di Riccardo Crespi e Sandro Iovine, che documenta in modo originale e inedito la Città Giardino.

Mostre personali

Debora Barnaba: Untitled Show, Theca Gallery, Lugano, Svizzera, settembre 2013

Mostre collettive

Il paesaggio contemporaneo, Deodato Arte, Milano, Italia, 2012
Nonsolocorpisoli, I Macelli, Firenze, Italia, 2012
Circuiti dinamici, Circolo culturale Bertolt Brecht, Milano, Italia, 2011
Locus animae, Palazzo del Turismo, Jesolo, Italia, 2010
Artparty, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Castello di Masnago, Varese, Italia, 2010
Cristalli di Rocca, a cura di Carolina Lio, Rocca Grimalda, Italia, 2008
Body-il corpo umano nell’arte contemporanea, Spazio Expo Culturali GB Design, Firenze, Italia, 2007

Riconoscimenti
Finalista Premio Giovani Artisti Borgomanero, III edizione, 2012
Terza classificata, Premio Ghiggini Arte Giovani XI edizione, 2012
Menzione speciale della giuria, Giovani Artisti Borgomanero, II edizione, 2011

Cataloghi
AAVV., Premio giovani artisti, cat. Mostra, Italgrafica Editori, 2012
AAVV., Ghiggini arte, cat. Mostra, 2012
CRESPI Riccardo, IOVINE Sandro, MANZOTTI Riccardo, Visioni del Vuoto: Varese, Arterigere Edizioni, Varese, 2011
BARNABA Debora, Visioni del vuoto: Varese, Arterigere, 2011
AAVV., Premio giovani artisti, cat. Mostra, Italgrafica Editori, 2011
IOVINE Sandro, Il Fotografo, Kissing me, rivista mensile, Sprea Editori, 2010
AAVV., Locus animae, rassegna d’arte contemporanea quinto episodio, cat. Mostra, Nextitalia, 2010
AAVV., Artparty, sferica, cat. Mostra, Quir Editore, 2010
AAVV., Circuiti dinamici, cat. Mostra, Seriart Editore, 2010
AAVV., Ghiggini arte, cat. Mostra, 2010
TOSCANI Oliviero e ALTRI, Santo Spirito, La Sterpaia, Firenze, 2009
AAVV., Cristalli di Rocca, cat. Mostra, 2008

LINKS
http://www.deborabarnaba.it
http://www.facebook.com/pages/Debora-Barnaba/42389720737


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