Decadenza: anno 2013, Italia

Da Paolominucci @paolo_minucci

Decadenza. Quasi ovunque, intorno a noi. Oggi è il giorno marchiato a fuoco nel calendario della politica italiana degli ultimi venti anni. Decade Berlusconi. Non cade, decade. Non cade perché in vent’anni nessuno gli ha chiesto di rendicontare sulle sue azioni. Perché in vent’anni molti hanno assecondato i suoi vizi, e coperto sino allo sfinimento la sua immoralità.

Eppure la sensazione che avvolge, è di un processo inarrestabile, che ha visto protagonista tutti, e in corso da molto tempo. Berlusconi decade per pulirci la coscienza, perché non riusciamo più a sostenere il nostro sguardo allo specchio. Un sciacquatina, e via.

Dal dizionario Treccani, tra le tante definizioni della parola, ecco la verità: progressiva diminuzione di prosperità, floridezza, forza, autorità e simili., in una persona (soprattutto con riguardo al valore artistico, morale o alle facoltà creative), in un popolo, in un’istituzione, in una civiltà, ecc.

Che decada dunque Berlusconi, a cui mai avremmo dovuto consentire vent’anni di dominio sulle nostre vite, sui nostri pensieri. Che decada, come è giusto che sia. Ma attenti a distinguere un cialtrone delinquente dai veri decadenti, noi. Già da un po’, già da tempo. E stentiamo ad accorgercene. Avanti il prossimo, sembriamo gridare. Ma i prossimi, siamo noi.


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