Primo comandamento stereotipato
1) Tu mi salverai, oh donna!
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Maria Giulia Bernardi
Dell’imposizione della salvezza dell’uomo alla donna crocerossina e madonnadellegrazie, avevamo creato insieme ai 100Thousand poets for change un incontro lo scorso marzo all’interno di “Voci salve”. La donna salvifica opposta alla donna autodeterminatasi è un pilastro della società patriarcale. Salvami o donna da ogni impegno familiare, mettiti a fare la serva, bada a tutto tu che sei così brava, sacrificati perché sei tu la mia salvezza e via col tango (Ultimo tango a Parigi, sarà citato alla fine del post).
Ritorno a scrivere (sul Golem) di questo stereotipo perché sto ritrovando nel quotidiano il suo uso da parte di attempati signori, che dopo aver divorziato dalle mogli (fatto personale e giustissimo, al cuor non si comanda) per giustificare la presenza nel loro nuovo letto di giovanissime ragazzette usano queste benedizioni “Giusy mi ha salvato, stavo andando alla deriva” o “da quando ho conosciuto Michela mi son rimesso al mondo”. Or dunque, a questo mondo è tutto concesso perché il suo fine ultimo è essere salvati da una giovanissima crocerossina dell’anima ? Poveri uomini di mezza età, soprattutto benestanti, così spersi nel naufragio del mondo da non aver altra zattera che una nuova e luccicante ragazza a cui aggrapparsi. Ma piantatela.
da Ultimo tango a Parigi (di B. Bertolucci, F. Arcalli e A. Varda)
PAUL Vuoi che questo potente e luminoso guerriero costruisca una fortezza dove tu possa rifugiarti, per
non avere mai più paura, per non sentirti sola, per non sentirti esclusa. E’ questo che cerchi, vero?
JEANNE Si.
PAUL Non lo troverai mai!
JEANNE Io l’ho già trovato quest’uomo.
PAUL Bhè, non passerà molto che si costruirà lui una fortezza per te, fatta con le tue tette, con la tua
vagina, con il tuo odore, con il tuo sorriso. Una fortezza dove lui si sentirà al sicuro e così stupidamente virile che vorrà la tua riconoscenza sull’altare del suo cazzo.
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