Con il Decreto Imu 2013 vengono sgravati, per il momento, i proprietari di prime case non di lusso e di terreni. Ma molti contribuenti hanno già pagato
I fortunati, al momento, sono i proprietari di prime abitazioni non di lusso, chi possiede terreni e fabbricati agricoli e le case popolari. Mediamente, sui primi, l’Imu è costato nel giugno del 2012 un onere di
125 euro. Il Decreto Imu 2013 è il primo passo per una riforma del sistema di tassazione che dovrebbe tenere conto dei redditi più bassi.
Non vale lo stesso discorso per i proprietari di seconde case e per le abitazioni di lusso su cui, non solo continuerà a gravare l’onere che mediamente ammontava a 818 euro nel 2012 ma, per compensare il mancato gettito di circa 2 miliardi per la sospensione dell’Imu sulle prime case, non è escluso che su di essi si possa abbattere un ulteriore aggravio fiscale.
Il Decreto Imu 2013 mette in seria difficoltà anche i proprietari di immobili ad uso commerciale. Qualora negozi e capannoni non rientrino per legge nella più ampia definizione di “attività produttiva”, il pagamento dell’IMU non potrà essere dedotto fiscalmente, come accade oggi con l’Irap.
E non ci sarà alcuno sgravio nemmeno per i fabbricati industriali e i capannoni, che in un primo momento si vociferava potessero essere sottratti alla rata di giugno. Semmai la riforma, che verrà varata entro il 31 agosto, potrebbe consentire la deducibilità dall’Ires dei pagamenti IMU.
Ma si presenta un altro problema. Una stima del coordinatore della Consulta dei Caf (Centro di assistenza fiscale), Valeriano Canepari, mette in evidenza come circa 100 mila contribuenti italiani hanno già pagato l’Imu (Imposta municipale unica) sulla prima casa. Questi contribuenti dovranno rifare il 730 entro il 31 maggio, se non vogliono perdere quanto versato.
Staremo a vedere cosa succederà.