Sostanzialmente, la carica innovativa e propulsiva del Decreto si esaurisce con il sostegno alle startup, di cui abbiamo già parlato. In più, segnaliamo solo la possibilità, per l'Agenda Digitale, di destinare fino al 25% del suo budget annuale al sostegno di piccole e medie imprese, startup o meno che siano, nel caso in cui abbiano fatto investimenti in ricerca e sviluppo per prodotti o servizi innovativi, nell'ambito dei progetti gestiti dalla stessa Agenda. Troppo poco perchè possa essere considerato un buon sistema per incentivare la ricerca e la crescita delle PMI. Altro aspetto interessante del Decreto è la creazione di Desk Italia, ovvero di uno sportello unico (un altro?) con lo scopo di promuovere il Made in Italy all'estero e di attirare investimenti in patria. Questo nuovo sportello opererà a livello territoriale (dovrà esisterne uno in ogni regione) e farà da raccordo tra il territorio regionale, l'Ice e Invitalia. Il nuovo soggetto, in un'ottica di semplificazione burocratica, si porrà come interlocutore unico per gli investitori esteri, che vogliono operare in Italia. Dove sta questa semplificazione, però, non si capisce: piuttosto che creare un nuovo soggetto, non era meglio potenziare uno di quelli già esistenti (tipo l'Ice)? Mah.
Non vi sono molti altri articoli di interesse, a parte qualche norma sul lavoro, che ha lo scopo di accelerare l'uscita dal mercato dei lavoratori più anziani (includendovi anche i manager) in stato di mobilità collettiva, per accompagnarli più velocemente verso la pensione. Per il resto, abbiamo solo degli aggiustamenti, per quel che riguarda le concessioni balneari (prorogate di altri 5 anni), gli appalti pubblici (vantaggi fiscali alle aziende che partecipano alle opere pubbliche di valore superiore ai 500 milioni €, introduzione della responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatori e cancellazione delle autocertificazioni), l'agricoltura (sanzioni meno severe nei pagamenti tra aziende agricole), i notai (procedure più semplici per il concorso nazionale) e poco altro.
Sinceramente, dov'è lo sviluppo in questo decreto sviluppo? Dove sono la vera semplificazione burocratica e la lotta alla corruzione che attirerebbero davvero gli investitori stranieri? Dove sono gli incentivi e gli sgravi per le imprese che non delocalizzano e investono nel Paese? Dov'è la flessibilità buona (quella vera, che ti fa dire "lavoro quando voglio, dove voglio e negli orari che voglio") nel mercato del lavoro, ora sommerso dal precariato? Dov'è la lotta all'evasione fiscale (grande e piccola) ed agli sprechi, che permetterebbe di tagliare le tasse e far respirare lavoratori e imprese? Veramente troppo poco per dare una scossa alla nostra economia.