L’urgenza di approvare il decreto sviluppo per accelerare la ricchezza del paese ed aumentare le risorse dello Stato da investire nelle riforme strutturali è svanita per l’incapacità del Governo di realizzare un circolo virtuoso a favore dei cittadini e delle imprese.
In un momento di emergenza economica le risorse dello Stato da destinare alla crescita possono essere ampliate ricorrendo ad una imposta sulle grandi ricchezze e attuando una lotta efficace all’evasione fiscale, la quale ammonta annualmente a circa 120 miliardi.
Altra misura importante è rappresentata dalla eliminazione del patto di stabilità per consentire alle autonomie locali di investire le risorse disponibili e creare commesse per le imprese e lavoro per i disoccupati.
Non è possibile che le manovre effettuate dal Governo Berlusconi vengano pagate sempre e comunque dal ceto medio che si impoverisce sempre di più e dalle classi più deboli e poiché tali categorie sono state spremute al massimo dalle precedenti manovre Berlusconi dichiara che non ci sono soldi per sottrarsi da misure che colpiscono chi possiede grandi ricchezze e patrimoni.
Questa situazione di stallo e di attesa inutile non aumenta le risorse dello Stato anzi le diminuiscono in quanto l’aumento della ricchezza del paese è bassa ( Pil 2011 0,8% e 2012 0,7%), non crea prospettive di lavoro per i giovani, per le donne e per i precari che non possono costruire il loro futuro e rende impossibile l’uscita dal tunnel dei sacrifici da parte di coloro che vivono gli effetti sociali della crisi.
Elsa Fornesari, economista torinese, afferma che “quando le cose vanno male, la prima cosa da fare è fare meglio ciò che è di propria responsabilità”. Chi insegna deve insegnare meglio, chi fa ricerca fare ricerca meglio, chi lavora essere più produttivo, chi fa politica …… fare politica meglio”. In definitiva ognuno deve dare il meglio di se stesso con responsabilità.
In tre anni e mezzo di governo Berlusconi il paese non ha ricevuto il meglio dall’azione governativa per incapacità, per una visione superata dell’economia di mercato, per interessi elettorali e per interessi personali del premier che hanno calpestato le regole di convivenza civile e ristretto gli spazi di democrazia.